Saturday, June 19, 2010

uomini liberi e uomini schiavi

"Uno schiavo riconosce il potere del bastone; un uomo libero riconosce il potere della persuasione". Queste parole, pronunciate dal rabbino Koster (la mia amica Chava) durante il sermone del venerdi' sera nella Sinagoga del Village, mi sono sembrate sintesi di cio' che distingue un paese da un alro e un popolo da un altro.
Che sia piu' facile amministrare con il bastone che con la persuasione e' un dato di fatto. Per riuscire a persuadere altri esseri umani bisogna avere intelligenza, leadership, sensibilita' umana ma anche inflessibilita' per il rispetto della giustizia. Governare con il bastone e' facile. Tutto cio' che bisogna fare e' terrorizzare le persone. E se le persone sono state troppo use all'utilizzo della forza come punizione, e' ancora piu' facile. Hitler, pazzo e senza una sola visione di leader che sia possibile ricordare, ha tenuto per le palle tanta europa per tanto tempo. Con l'aiuto del suo fidato compagno di merende, Benito Mussolini, uno che in un paese di uomini liberi avrebbe al massimo ripulito le latrine di qualche discarica pubblica. Invece, con uno stupore che non riesco ancora a cancellare, continuo a sentire chi lo definisce uno statista o gli riconosce dei meriti ridicoli. E non posso non pensare a Massimo Troisi e al film "Le vie del Signore sono finite" e alla scena in cui l'orgogliosa signora fascista, esaltava il Duce per il fatto che "da quando c'era lui, i treni arrivavano in orario". "Basterebbe un buon capostazione", la stroncava il personaggio interpretato dall'indimenticabile Massimo. La verita' e' che Mussolini e' stato una tale piaga per il nostro paese, che ha umiliato, privato della liberta', costretto a guerre insulse, legato al nazismo e reso complice della strage degli ebrei, degli zingari e dei gay che bisognerebbe, ad essere uomini liberi, provare un senso di nausea persino a rivederne uno di quei ridicoli siparietti dal famoso balcone di piazza Venezia. Non dovrebbero poi esserci donne fasciste visto il dispregio e l'offesa con il quale lui le considerava e trattava, ridotte a semplici giocattoli di piacere da usare e buttare via.
Ora se e' vero che le figure di tiranni sono esistite ovunque, e' pur vero che altri popoli hanno legato quei nomi al dispregio e alla condanna totali. Insomma io non riesco a pensare ad un tedesco (a parte gli stronzi neonazisti, pazzi appunto come quell'altro) che tenti di riabilitare la figura di Hitler per qualche buona legge che magari (mi sfugge) ha pur fatto. In Germania, si vive la vergogna del nazismo con una dignita' che e' esemplare per un popolo che di quella vergogna, come uno schiavo, inebetito dal bastone, si e' reso complice.
Eppure gli schiavi possono diventare uomini liberi. Come ha insegnato il sogno del dottor King. Ma per farlo devono sentire fino dentro le viscere l'orrore e l'ingiustizia della schiavitu' e, anche, devono avere leader che sappiano persuaderli che c'e' un mondo migliore. Ma un leader, senza il popolo disposto a seguire la sua visone, non conta granche'. E un popolo che, in fondo, accetta di buon grado la sua schiavitu', non produrra' mai un vero leader.
Gli Stati Uniti d'America hanno, per otto anni, vissuto sotto la presidenza di George W. Bush. Dopo e' arrivato qualcuno che li ha "persuasi" a condividere una visione di mondo migliore e loro hanno scelto fra il bastone e la responsabilita' personale.
Ma, c'e' sempre un ma, accettare il bastone significa "solo" piegarsi pedissequamente agli ordini insulsi e irragionevoli di chi comanda. La silenziosa accondiscendenza tiene buono il padrone e fermo il bastone. E lo schiavo non prende colpi sulla schiena e arriva a sera, piegato come un somaro, ma senza lividi.
L'uomo che accetta la responsabilita', drizza la schiena e sa che quelle bastonate le puo' prendere anche in faccia. Ma un uomo e' nato per stare in piedi e con la schiena dritta e per guadare in faccia chi prova a piegarlo.
Il leader di un umo libero non prova a piegare quell'uomo ma lo educa, lo spinge, lo invita a guardarsi negli occhi e a discutere, sapendo che il futuro e' nelle piccole/grandi responsabilita' di ciascuno.

Educare. E' una delle parole che preferisco nel mio vocabolario. Quando eravamo piccoli, mio padre ci raccontava di mio nonno, Alfredo Vitaliano, contadino, che la sera, camminava dalla campagna al paese per andare a scuola. Prima di entrare, con un fazzoletto, si puliva le scarpe impolverate durante il tragitto. Mio nonno voleva imparare a leggere e scrivere perche' sapeva che altrimenti sarebbe stato sfruttato piu' facilmente dagli Azzeccagarbugli o dai ducetti di cui il mondo non e' mai privo. Mio nonno mori' a 41 anni per il diabete e mia nonna e le mie zie lavorarono sodo per mandare avanti la famiglia, mentre il paese moriva di fame e di vergogna per le "audaci" ridicolaggini di Mussolini. Mio padre dovette lasciare la scuola, con suo grande dolore ma ha studiato da solo, divorando libri. Mentre crescevamo ci ha insegnato, "persuadendoci", il valore dell'educazione e ha preteso sempre il massimo da noi. A casa, con mio padre e mia madre, e' iniziata la mia educazione di donna libera. Che non e' ancora terminata.

La liberta' pero' e' responsabilita'. Quotidiana e senza riposo. E con la schiena dritta e lo sgurado fiero, rivolto in avanti.

Due ministri di Obama, si dimisero poco dopo la nomina, per una vecchia questione di evasione fiscale (abbondantemente ripagata). Uno dei due, aveva mancato di pagare 180$ (forse meno) di contributi alla sua collaboratrice domestica. Meno di duecento dollari di contributi l'hanno fermata dall'essere un Ministro. Non ho nemmeno voglia di fare riferimenti all'attualita' di recenti nomine nel governo italiano. Da donna libera, quelli io non li ho mai votati. Benito Mussolini e Silvio Berlusconi sono l'immagine di una stessa medaglia che, ahime', continua ad avere un grande fascino sugli italiani. Pero' penso alla mia parte politica, al mio partito e a quell'assenza totale di spina dorsale che continua ad avere. E mi chiedo perche' Bersani abbia dovuto provare a persuadermi, alle ultime regionali, a votare un candidato pluriindagato, piuttosto che sforzarsi di persuadermi a votare un signor nessuno MA con una vita accettabilmente cristallina? Forse il sindaco De Luca sara' innocente. Forse. Ma al momento e' indagato per cose gravissime di cui addirittura si dice fiero.

Educare. Ecco cosa rende gli uomini liberi. Ecco perche' la Gelmini uccide la cultura e nessuno se ne frega.

Educare significa persuadere ad essere migliori. Non a farla franca.

2 comments:

Anonymous said...

Molto bello questo post Angela. Ma qui ci sarebbe da disquisire per anni; qui si va alla radice del degrado politico e morale in cui versiamo. Vorrei che questo tuo pezzo lo leggessero convinti sostenitori del manganello, totalmente incapaci di aprire la mente una volta per tutte. Ma è una impresa ardua perchè a questi il fascismo ha prima di tutto dilaniato il pensiero, straziato il cervello, cancellato la coscienza. Storica. Mi capita sovente di discutere con questi figuri e la pochezza delle argomentazioni che portano nel ragionamento è davvero risibile e mi toglie completamente la forza di controbattere vista la nullità del contenuto. Pensare che la maggior parte degli elettori ha votato per questo centrodestra fa rabbrividire. Centrodestra a sua volta aiutato dalla sinistra che si è fatta sempre più complice di questo sistema. Ritengo, anzi, più pericolosa la politica che (non) fa la sinistra perchè si fa baluardo dei valori costituzionali ma sistematicamente li tradisce.
B. per lo meno sappiamo come si muove nel panorama politico italiano e ci si attrezza di conseguenza, ma quando è l'opposizione a tradire il suo elettorato beh vuol dire che tocca a noi cittadini riprenderci il paese. E mi convinco sempre più che Grillo (Beppe) tutti i torti non li ha....
Leonardo

Unknown said...

Educare ... letteralemnte vuol dire "tirar fuori", tirar fuori il meglio che c'è nell'uomo, e giustamente non a tutti conviene. Devo dire che nella mia esperienza ho potuto constatare che questo "uomo" accomodato nel suo quieto vivere, preferisce non tirare fuori ciò che è, ma lasciarsi tirare dalla corrente più forte. Avevo pensato che fosse un'esperienza tipica solo dei paesei dell'est che hanno vissuto per anni costretti a conformarsi a determinati modi di pensare, ma tornando in Italia mi sono resa conto che l'uomo è uomo da tutte le parti...
Hai ragione, Angela, l'unica cosa che può aiutarci a vivere veramente liberi è l'educazione, ma essa deve essere desiderata, voluta, cercata, se questo avvenisse neanche 10 Gelmini insieme potrebbero distruggerla, forse dobbiamo pensare anche all'educazione che deve avvenire al di fuori della scuola, magari all'interno della famiglia.
Mi piacciono i tuoi continui riferimenti alla famiglia, commovente il ricordo di tua zia, il riferimento al nonno, mi permetto allora di lanciare una "provocazione" (fermo restando che condivido in pieno quanto hai scritto!): non contribuiamo anche noi a uccidere l'educazione quando miniamo alla base le radici della vita di famiglia?
La tua forza, la tua libertà anche di pensare, cara Angela, l'hai respirata all'interno della tua famiglia, quanti oggi possono vantarsi della stessa cosa?