Tuesday, June 1, 2010

Giugno

Oggi inizia giugno. Oggi inizia il mese che preferisco nell'anno, quello del mio compleanno. Quello della primavera che diventa estate. Quello della scuola che finisce e del costume da tirare fuori. Quello delle pioggie all'improvviso e delle ciliege rosse. Quello delle giornate lunghe lunghe e delle notti che sono piene di stelle. Giugno. Ne pronuncio il nome e mi viene voglia di gelato con la panna e piedi nella sabbia.
A giugno rinasco. Come in quel martedi' di qualche anno fa (diciamo 21 altrimenti non mi servono alcolici qui) qundo alle 11.45 del mattino decisi di fare la mia apparizione in questo mondo mentre mia madre era al telefono. Non ho quasi aspettato di essere in sala parto che gia' ero fuori, affamata di vita. Mia madre lo ricorda come il parto piu' veloce di cui abbia mai sentito. Quel giorno non le ho dato dolore. In tutta onesta' credo di non avergliene mai dati di troppo insopportabili, se non in quell'essere cosi' "diversa" dalle "figlie" che conosceva, quelle delle amiche, sposate, con figli, con belle case e capelli sempre a posto. Quando ho deciso di partire mio padre che mi ha sempre sostenuto, ha provato a fermarmi in tutti i modi. Cedo che la mia lontananza e precarieta' siano ancora oggi in qualche ragione della sua depressione che, pero', nemmeno da vicino potrei curare. Non io. Quando ho deciso di partire, mia madre, che pure mi aveva spesso contestato mi ha detto: "vai, lo vedo che qui non sei felice e io voglio che tu sia felice". Quattro anni fa mia madre e' stata operata di urgenza al cuore. Le sono stata accanto in ogni momento. Si e' addormentata, prima di entrare in sala operatoria, stringendo la mia mano. Ho aspettato il suo ritorno e alleviato come potevo la disperazione di mio padre. Quando e' tornata a casa abbiamo affrontato la sua depressione, tipica di chi subisce un'operazione a cuore aperto. Io, provando a far girare tutto liscio, mio padre andando a piangere nel bagno e mai davanti a lei e Dorohy, l'unica vera saggia della famiglia, stesa sempre ai suoi piedi aspettando un suo gesto per una carezza. Dorothy ama i suoi nonni come ama me. Quando mia madre e' tornata dall'ospedale si e' limitata a scodinzolare e piangere, non le e' saltata addosso per manifestare la sua gioia come era solita fare. Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a capire. Dorothy ha vissuto in simbiosi con mia madre per settimane. Solo di sera veniva a dormire di fianco al mio letto sul suo cuscino. Di giorno non esisteva nessuno se non mia madre. Non vi meravigliate mai se lascio una festa un po' prima per tornare da Dorothy, perche' non voglio che stia troppo a lungo da sola. Non vi stupite.
Dopo l'operazione, mia madre ed io siamo state molto piu' unite e nonostante tutto, o forse proprio per quello, lei mi disse di partire, perche' voleva che fossi felice.
Nella follia dei miei giorni posso sempre dirle, con sincerita', che anche se non ho ancora raggiunto la felicita', sono sulla strada giusta.
Giugno e' il mio mese. Il mese in cui sono nata alla vita e in cui ritorno ad innamorarmi della vita senza stancarmi mai, senza sentirne la noia, nonostante la fatica; senza sentirne il vuoto, nonostante le paure; senza sentirne l'inutilita' nonostante quei desideri che non riesco a realizzare. Capisco perche' quel giorno volessi nascere cosi' in fretta. Ho sempre avuto fretta. Come se sapessi da sempre che, per quanto lungo sara', il tempo non sara' mai abbastanza. Perche' ci sara' sempre uno sguardo che non cogliero' o un sorriso' che mi perdero'. Sono golosa della vita. Ne vorrei molta e sempre in piu'. Se a volte sento il cuore trafitto come un puntaspilli e' solo perche' alcune cose della quotidianeita' si trasformano come catene pesanti ai piedi che mi impediscono di compiere un passo in avanti, o me lo consentono ma a costo di una fatica inumana.
Sono nata in Giugno. Lo stesso mese in cui mia zia, con un gesto leggero della mano e un sorriso, ci ha salutati. Scriveva bigliettini che appiccicava ovunque per non dimenticare di essere la prima a chiamarmi.
Sono nata in giugno e nasco ogni anno in giugno una volta di piu' e sempre la prima.
In giugno New York e' semplicemente meravigliosa. New York. Quanta fatica per arrivare fin qui. Quanti dolori. Quanti schiaffi in faccia. New York, il luogo dove era scritto che io continuassi a nascere.
A New York ho scoperto che puo' essere giugno molte volte in un anno. E torno a nascere ogni giorno con lo stesso, per molti incomprensibile, sorriso.

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