Monday, June 21, 2010

e della famiglia

La mia cara amica Suorliana, commentando il mio precedente blog sugli "uomini e gli schiavi", ha lanciato una (gradita) "provocazione", sull'importanza della famiglia e del fatto che oggi, in qualche modo, se ne stiano minando le basi. Suorliana (con la quale abbiamo condiviso i banchi della scuola superiore), notava giustamente che io cito spessissimo la mia famiglia e che la mia "tribu' " ha contato moltissimo nella mia formazione e in quel mio sentirmi libera (o liberata).
Faccio un paio di piccole brevi premesse.
Ho detto spesso di non essere una "cattolica praticante", sono spesso critica con la Chiesa e, ultimamente, mi sento "a casa" nella Sinagoga alla funzione del venerdi' sera. Eppure, lungo il mio cammino, ho incontrato persone, preti, suore, religiosi che mi hanno sentire "fortemente" vicina al "loro" Dio perche' ne interpretavano cosi' bene le parole e i messaggi da non poter non esserne coinvolti. La dedizione, poi, di molti di loro alla carita', all'aiuto dei deboli e alla giustizia sociale e' encomiabile. Il fatto che ci sia chi "predica bene e razzola male" non deve spingerci a mettere tutto nello stesso cesto della spazzatura. Insomma, questo per dire che apprezzo molto Suorliana (e non solo per i ricordi di scuola che ci accomunano) e la sua voglia di confrontarsi, discutere e ascoltare con una volonta' che spesso manca ad altri che su quell'ascolto dovrebbe costruire il proprio lavoro. Inoltre, ascoltare e' fondamentale, anche se per replicare. Ascoltare con orecchie libere e sguardo attento. Senza distacco ne' pregiudizio.
L'altra premessa e' che la mia famiglia e' una di quelle "speciali" e non perche' e' la MIA, famiglia. In loro (e non intendo solo mia madre e mio padre) ho trovato la mie radici ma anche la linfa necessaria perche' mi crescessero dei rami forti in grado di reggere alla tormenta e capaci di accogliere e raccogliere la bellezza di quel cielo al quale, instancabilmente tendono.
La mia famiglia e' stata (ed e') lo specchio dove posso guardarmi ma, allo stesso tempo, noi siamo stati per loro la sfida per migliorarsi, per aprirsi e per non rimanere mai uguali a se' stessi. Mia madre e mio padre, per amore del nostro vivere felici, hanno chiuso in un cassetto il loro egoismo e le loro paure e ci hanno lasciato liberi. Pensate quanto sia stato difficile per mia madre amarmi cosi' come sono. Lei aspettava (considerato il periodo, non avendo io 20 anni) di vedermi crescere, sposarmi, aiutarmi a scegliere un corredo, darle dei nipoti e starle magari anche vicino per poter litigare. E invece si e' trovata di fronte me, che sono frutto di cio' che lei e mio padre mi hanno insegnato ma, sicuramente, diversa da cio' che la "normalita' " avrebbe voluto.
Quando si parla di famiglia, dunque, io non posso che essere d'accordo sul valore fondamentale che essa ha nella vita di qualcuno. La famiglia e' la base. Sono le mani che ti reggono quando inizi a reggerti in piedi, le braccia che ti accolgono quando sei stanco, le spalle che ti sostengono quando hai sonno, la coperta che ti copre quando hai freddo. La famiglia e' la casa e la fortezza inespugnabile dove nessuno puo' venire a farti del male.
La famiglia e' cio' che per primo conta nella crescita di un bambino e per questo io sono cosi incazzata verso coloro che fanno i figli per moda, per solitudine, per raddrizzare un matrimonio o per quella stronzata dell'orologio biologico che le case di pannolini si sono inventate per convincere le donne che devono fare figli per avere un senso. Io non ho figli e non ne voglio ma l'ho scelto e non ho mai sentito, nemmeno un solo momento, di non avere un senso.
E sono d'accordo sull'idea che avere un papa' e una mamma come i miei, e magari una zia come la mia e dei nonni come i miei e cugini come i miei e devo fermarmi altrimenti non la finisco piu', sia piu' salutare e formativo che essere andati ad Harvard (per quando avrei voluto andarci) ma credo anche che se da un lato vada difesa la famiglia come nucleo in cui si forma un individuo, cio' su cui temo di essere in (affettuoso) disaccordo con Suorliana e' il concetto di famiglia.
Parto da un esempio. Una mia amica qui, non americana, buon lavoro, testa sulle spalle, voleva un figlio e a breve ne avra' uno in adozione. Negli Stati Uniti l'adozione e' permessa sia per i single che per le coppie gay. Ovviamene la procedura e' lunga e seria e gli "assistenti sociali" vanno fino in fondo per capire se sei un genitore affidabile. Ora, mi chiedo, il giorno che la mia amica avra' quel bambino fra le braccia, lo nutrira', vestira' e accudira' e amera', non diventera' per lui/lei la sua famiglia? E la famiglia della mia amica che, ovviamente, amera' quel bambino/a con lo stesso amore che se fosse un figlio naturale, non diventera' "famiglia"?
Ricordo Cristian, mio nipote, una sera mi disse che lui non amava addormentarsi perche' sognava di "quando stava nella foresta al buio, prima che mamma, papa' e Serena andassero a salvarlo". Posso mai pensare che noi non siamo la SUA famiglia? O che lui non sia piu' felice oggi che in quei giorni?
Ieri, qui era la festa del papa' e il presidente Obama ha mandato una email per ricordare l'importanza di questo giorno. Ha raccontato, come fa spesso, di suo papa' che lo ha abbandonato quando era un bambino. "Nessuna carica governativa potra' colmare quel vuoto che mi sono portato dentro e che ancora non ho colmato". Eppure, come lui ricorda, e' stato cresciuto da una madre "eroica" e da nonni meravigliosi. Certo, resta il vuoto; ma oggi, credo che Barack Obama, prima che essere un grande Presidente sia un papa' affettuoso e premuroso perche' "comunque" ha avuto una famiglia prima di costruire la sua che ritiene, ovviamente, la cosa piu' preziosa.
Per questo, ancora una volta sono pienamente d'accordo con il MIO presidente quando, per la prima volta, ha allargato il significato del termine "papa' " dicendo che "Nurturing families come in many forms, and children may be raised by a father and mother, a single father, two fathers, a stepfather, a grandfather, or caring guardian," ("Allevare una famiglia puo' essere fatto in forme diverse e i bambini possono essere cresciuti da un padre e una madre, da un papa' single, da DUE papa', da un patrigno, da un nonno o da un tutore"

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