Saturday, June 12, 2010

GOL

Ero in palestra, a salire le mie scale e sudare quando Dempsey tira e Green, pensando di giocare a pallavolo, ha fatto rimbalzare la palla dentro la porta...
Tripudio.... cauto... salire le scale, correre su un tappeto, sollevare pesi e gioire non e' facilissimo... ma lo abbiamo fatto... non tutti ma alcuni.

Gli Stati Uniti sono il mio secondo team, dopo l'Italia, ovviamente, perche' qui e' la mia casa e questo e' il mio paese ora e anche perche' mi piace l'impegno di questa squadra che non ha molte chances ma non si arrende. E poi, onestamente, Capello non mi e' simpatico.

La mia terza squadra del cuore e' l'Argentina per Diego e per quella parte di una Napoli vincente che sempre lui portera' nel sorriso beffardo e in quella incontenibile gioia cosi' poco controllata ma che amo. Diego e' cosi', ti piace da matti o lo detesti. io lo amo, contraddizioni e abiti che gli stanno male compresi. Per dire questo, per dire che l'abito gli stava male, la signora Rodota' e' pagata. Io ve lo dico gratis ma vi dico anche che di quell'abito che gli stava male a me non frega nulla. Ho da poco scritto del burqa e di cio' che penso di chi giudica dagli abiti che si indossano.

Maradona e' stato un funambolo. E' stato il cuore di una citta' sempre sul punto di morire ma che si aggrappa a tutto per sopravvivere. Maradona e' stato, come detto milioni di volte, il genio e la sregolatezza. L'affetto dei suoi compagni di spogliatoio, il rispetto di tanti che lo hanno conosciuto racconta parte di quest'uomo che e' morto e risorto e che nasconde dietro una folta barba le rughe di un passato di disfacimento e brutture.

Diego e la sua palla attaccata al piede. A me non serve altro. Tutto il resto e' parte della sua vita e di quei conti che la vita, puntualmente, gli ha gettato in faccia fino quasi ad abbandonarlo. Morto... quasi morto e poi di nuovo vivo.

Quella gioia, quella platealita', quell'essere sui generis non mi stupisce ne' mi sorprende. E' Diego. Chi lo critica oggi non lo ha mai amato ieri per come si puo' amare il genio di una palla.

Ho conosciuto Diego. In un giugno magico. Era il mio compleanno e lui tornava a Napoli dopo 14 anni. Dopo l'inferno. Dopo cento purgatori e dopo il baratro. Dopo la morte.
Tornava per un amico, per Ciro Ferrara che dava l'addio al calcio. Nessuno cedeva che sarebbe arrivato. Eppure tutti aspettavano assiepati all'aeroporto, all'Hotel Majestic, ad ogni possibile angolo di strada dove la sua auto poteva passare.

Ciro mi aveva chiesto di stare li', nei suoi "paraggi" nel caso avesse bisogno di qualcosa (nonostante le mille persone disposte a dargli tutto cio' che voleva).
Sono stata io ad aver bisogno di qualcosa da lui. L'allora governatore della Campania, Bassolino, voleva che lui scrivesse una nota per napoli e i Napoletani e a me il compito di chiedergliela. Avevo il cuore in gola, il battito frenetico e le parole nei tacchi delle scarpe. Gli dissi "Diego.... ecc ecc" e lui mi risponde rivolgendosi con il "lei". Era un uomo gentile e rispettoso che mi parlava con educazione. Rimasi cosi colpita e gli chiesi scusa per quel "tu" che avevo usato. Lui mi disse che volendo potevamo darci del tu. Durante quella giornata, poi, abbiamo avuto diverse occasioni per parlare e la sera, alla festa all'Arenile, quando il mio lavoro "ufficiale" era completato, gli dissi, prima che le guardie del corpo accompagnassero me e il governatore fuori dal suo "prive' ", "Diego oggi e' il mio compleanno, fammi gli auguri". Pensavo mi avrebbe ignorato o al massimo gettato in faccia un augurio frettoloso e annoiato. Si alzo' e mi abbraccio' e mi disse "Buon compleanno Angela e grazie di tutto". Arrivo' anche Careca e tutti mi abbracciavano mentre il governatore aspettava me per andar via. "Grazie", Diego Armando Maradona mi disse grazie e con Antonio Careca mi augurarono buon compleanno.

Fu un bel compleanno. Maradona era la mia gioventu' e quegli scudetti, e quella citta' impazziata e la sensazione di contare qualcosa in un'Italia che ci guardava sempre con una smorfia di schifo.

Anni dopo, l'Espresso (credo) parlando di Antonio Bassolino, in copertina, titolo' "Diego Armando Bassolino".

Napoli ha il pregio e la condanna di avere eroi che durano il tempo di una stagione.

Ho conosciuto Diego Armando Maradona e sono felice che la vita gli sia tornata addosso, anche se sotto forma di un vestito che alla signora Rodota' non piace. Tifo Cannavaro, tifo Dempsey e tifo Maradona e me ne frego se per qualcuno sanno un po' di stantio.

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