Wednesday, January 9, 2013

Lettere

Cara zia Elena

e' da un po' che non ti scrivo ma sai bene che ogni cosa che scrivo e che penso la scrivo e la penso anche grazie a te.

Oggi ero a Central Park e cantavo a squarciagola "Meraviglioso". Una delle tue canzoni preferite. Non so quante volte me l'hai canticchiata, intervallando il racconto di quando stendevi i panni sulla terrazza di Fratte, con tante preoccupazioni, zio Arturo disoccupato, Silvana sempre malata, niente soldi e tu che ricacciavi dentro le lacrime e cantavi.

Quando la canto, e' sempre a te che va il mio pensiero. A volte alzo lo sguardo per cercare il tuo sorriso come tutte le volte che, da bambina, mi hai rimboccato le coperte e io ti guardavo e tu mi sorridevi e io sapevo che tutto era perfetto e mi sentivo come in un mondo di balocchi.

Ti penso tutte le volte che per non buttare il pane, preparo i crostini nel forno. Mi piaceva tanto, mangiarli da te. Li tenevi in quella scatola di latta e quando arrivavo nella tua cucina e tu aprivi quel mobile, io sapevo che stavano per arrivare. Buoni, un po' bruciacchiati che cosi' il burro sopra era ancora piu' buono.

Mi dicono spesso che ti somiglio. Lo vorrei. Lo spero. Come te, canto quando mi sveglio e quando ho il dolori nelle ossa mi metto buona e silenziosa aspettando che passino. Come te rido di cuore e mi innamoro di tutto e di tutti. Come te sono ottimista e coraggiosa. Anche se come te ho persino paura di dormire da sola a casa. Come te dico "mannaggia al demonio" e "la vita e' buffa" e racconto storie e vedo che la gente mi ascolta. A volte si commuovono.

A volte mi guardo allo specchio, vedo le rughe e sento la tua voce che mi dice "Angioletta, bella di zia, ma tu mi sembri una quindicenne".

So che sei fiera di me oggi e che tu sapevi, lo hai sempre saputo, che piano piano ce l'avrei fatta. E sei sempre stata li', al mio fianco, a stringermi la mano. So che mi guardi e ti fai anche un sacco di risate quando i guinzagli dei cani mi si attorcigliano intorno alle gambe e rischio di cadere. So che ti dispiace quando sono triste e mi mancate tutti voi perche' anche a te non piaceva sentire la mancanza. E la sentivi di tutti.

Sulla mia libreria c'e' una tazza piena di biglie colorate. proprio come quelle con cui passavi le ore a giocare con papa', quando eravate piccoli e non avevate nulla di piu. Pezzi di vetro colorati che non tagliano e fanno male ma rotolano riflettendosi negli occhi e lasciandoti la felicita' in fondo al cuore.

Quando i pezzi di vetro affilati mi si sono conficcati sotto i piedi o, peggio, dritti nel cuore, io ho preso le biglie fra le mani e ho giocato, aspettando che passasse il dolore. Ed e' sempre passato.

Noi tutti, non solo io, ma tutti noi, i tuoi adorati nipoti, possiamo considerarci speciali per essere stati tanto amati da te.

Mi manchi. Ma anche no. Perche' sei nei miei gesti. Tu sei il mio ottimismo, la mia allegria e l'amore per questa buffa vita che mi hai insegnato a capire quanto fosse meravigliosa.

A.