Wednesday, November 27, 2013

Ringrazia e dona - Thank and giving

A volte, persino per me, guerriera alla corte dell'ottimismo, trovare un sorriso e' difficile. Racimolare l'energia per alzarsi dal letto, quella per vestirsi, uscire, salutare, sorridere, lavorare, arrabbiarsi, dare pillole, preparare pasti, passeggiare cani, allenarsi, pedalare, fare conti.
Difficile, pesante, lacerante, dolorante.

Cosi piu' facile sarebbe, mollare tutto. Soprattutto quando una pioggia senza fine ti sferza senza nemmeno darti la speranza di non sentire piu' i piedi bagnati e l'acqua fredda che scivola nel collo.

Difficile.

Ma, proprio allora, indispensabile. Perche' fare tutto cio' quando e' facile, quando hai il vento in poppa e il sole alto in cielo, e' troppo facile. Non e' un fatto di vita. E' un fatto di quotidianeita'.

Allora bisogna chiudere gli occhi e pensare. Pensare a un anno indietro e a tutti i passi in avanti che in quell'anno, con fatica e senza, si sono compiuti.

E allora, con gli occhi chiusi, mi arriva la magia del silenzio della mia casa, dove persino il borbottio leggero dell'umidificatore sembra un gran casino. Dorothy sul tappeto vicino al divano, respira quell'aria al mentolo e mi sembra piu' tranquilla. Guardo il suo petto sollevarsi e abbassarsi e mi chiedo cosa combina quel cuore malato che si ritrova. Quel cuore che sono determinata a rendere felice e gioioso fino all'ultimo. Senza stanchezza.

Un anno fa era tutto diverso. E tutto in peggio. Certo il suo cuore lo pensavamo ancora intatto ma entrambi, il mio e il suo, erano meno felici, piu' tormentati. La nostra casa era piena di ombre; quelle di una presenza negativa. Come tutte quelle di chi si e' creduto molto amico. E non c'erano sorrisi, non c'era serenita' e non c'era sollievo. Mai.

Oggi siamo provate ma tuttavia serene. Tuttavia insieme, tuttavia con la speranza di un domani e di un altro e di un altro ancora. E abbiamo di piu' e non di meno. Piu' amici, piu' amore, piu' saggezza, piu' ricordi, piu' sorrisi, piu' felicita'. Nonostante tutto. Nonostante sia maledettamente difficile vederla quando sei raggomitolata sul tuo dolore e tutto cio' che vedi sono le punte dei tuoi piedi.

Domani e' il nostro settimo giorno del Ringraziamento. Del Ringraziare e del Dare. E io non posso non ringraziare di essere qui, un anno dopo, migliore e piu' felice di un anno fa.

E, riaprendo gli occhi, mi guardo intorno. Nella finestra di fronte vedo accesa la prima luce della Manora. Giorno del Ringraziamento e giorno di Hannukah. Giorni di luci. Che rischiarano anche il mio dolore e mi riconnettono con tutta la vita che ho dentro di me. Che avevo da sempre ma che avevo perso e qui ho ritrovato. New York per altri e' un fatto alla moda. Per me e' stato il sentiero che mi ha fatto ritrovare. E non si puo' che essere grati per questo.

Wednesday, November 20, 2013

L'assenza di solitudine


Nemmeno il fatto che alla fine saro' io, e solo io a prendere decisioni importanti per la vita di Dorothy, mi fa sentire sola. Ci fa sentire sole.

Io sono tutto per lei e lei e' immensamente tanto per me.

Ma avremo fatto qualcosa di buono al mondo perche' non siamo sole e l'amore che ci circonda in questi giorni e' commovente.

Lei, Dorothy, di buono ha tutto. E ho visto persone che non amano i cani sciogliersi di fronte ai suoi occhi dolci e alle suo orecchie grandi, davanti a quel suo voler giocare come avesse sempre sei mesi e al suo essere educata, discreta, coccolona.

Amici vengono a trovarci.

Dall'Italia e' una levata di scudi pieni di generosita' e amore. A piene mani. Senza stanchezza. Senza pausa

E dalla Germania, dall'Inghilterra, dalla Spagna.

 E qui. I miei vicini di casa mi hanno offerto di tutto. Mi abbracciano ogni volta che le lacrime vogliono uscire fuori. Mi incoraggiano e mi sostengono.

Poche volte nella vita mi sono sentita sola. Da quando Dorothy e' con me, potrei dire mai.

In questi giorni, sono certa che la solitudine non esista

Se non per coloro non dotati di quel muscolo che ci fa soffrire, ridere, innamorare e sentire vivi. E che a volte si ammala. Ma e' il centro. E' il sale. Il nostro cuore.

Thursday, November 14, 2013

o' sai com' fa o' cor'

Il soffio nel tuo cuore e' - istantaneamente - una frattura nel mio.

Non ho capito niente. Dopo quel volto allarmato nel riferirmi quelle parole -  "su una scala da uno a sei, e' quattro" - ero solo concentrata a mantenermi in piedi. A ricacciare le lacrime. A respirare per me e per te che affannavi.

Ho chiuso la porta di casa. Ti ho preparato la cena. Mi sono tolta le scarpe.

E mi sono presa il volto fra le mani. Singhiozzando in silenzio. Per non farti sentire. Per non disturbare il tuo pasto.

Quattro su sei. Rischio infarto. Questo l'ho capito. Il resto no.

Ma ho capito che c'e' un problema da affrontare e da superare. Un'emergenza.

Serve calma. Concentrazione. E soldi. Questo e' uno dei pochissimi momenti in cui New York pesa.
I soldi.

E un cuore in subbuglio. Anzi due. Il tuo e il mio. Amore della mia vita.

Abbiamo sorvolato l'oceano io e te. Anche quello della mia solitudine, delle mie paure, della mia disperazione.

Ora superiamo questo. Io e te. Qualsiasi sara' la destinazione.

Dorothy ed Angie. Tu ed io. Noi e i nostri cuori in subbuglio.


Saturday, November 9, 2013

Incontri





E allora sapro' che mi scoppiera' il cuore

Quando ti vedro'
in attesa
sulla panchina
sotto al gazebo piccolo
di fianco al lago, nel parco.
Quello dei baci rubati
delle sciocchezze d'amore sussurrate
dei "per sempre" sprecati con generosita'.

Seduto starai immobile
per dominare il caos
dello straordinario
il tumulto dei sensi
il rumore dei pensieri che corrono all'indietro
ripercorrendo una vita fa
mille frammenti di esistenza
di cibo mangiato con le mani
notti illuminate dalle parole
udibili solo da noi e dal mare
mattine silenziose di sale
calore di lacrime
e teste sul cuscino
a segnare una resa.

E allora sapro' che mi scoppiera' il cuore.

Quando arrivero' vicino
e sapro' che ero gia' vicina
da sempre
per sempre

E poggero' la testa sulla tua spalla
come un minuto prima
come ieri
come dieci anni fa
come fra noi due
sempre

E saro' lieta che il mio cuore sara' scoppiato
perche' cosi' non ne sara' rimasto niente
quando ti volterai
per avviarti lentamente su quella salita
stancamente
inevitabilmente
verso la tua quotidianeita'
cosi' poco simile alla vita.

Senza di me.

Friday, November 1, 2013

Fame

La conosci tu la fame?
Quella che ti fa lasciare, a 19 anni, il "posto" di lavoro perche' vuoi studiare?

La conosci tu la fame?
Quella che ti fa laureare con 110 e lode anche se ti sei svegliata alle 5.30 per gli ultimi 4 anni per andare a lavorare e poi, tornare a casa, e rimetterti sui libri mentre gli altri, quelli della tua eta', escono a divertirsi?

La conosci la fame?
Quella che ti tiene sveglia la notte perche' sai che dirai di no a quell'infame richiesta che ti farebbe continuare ad apparire in tv, truccata, aggiustata e brava? Perche' ero brava.

La conosci la fame?
Quella che ti fa ricominciare da capo, da un'altra parte, umilmente e ingoiando offese?

La conosci la fame?
Quella che ti fa bruciare le mani mentre restituisci dei soldi sapendo che con quello restituisci alla vita un'altra occasione sognata, desiderata e meritata?

La conosci la fame?
Quella che ti svilisce, ti abbrutisce, ti intristisce e ti toglie ogni voglia di vita mentre non sai piu' nemmeno cosa rimproverarti perche' non ti consideri nemmeno degna di un rimprovero?

E la fame di una casa lontana, della solitudine, del frigorifero vuoto, di un'appartamento con i topi, di un quartiere malfamato, di neve al ginocchio al mattino presto nel buio di una mattina che per te e' ancora notte fonda?

E la fame della malinconia? Di persone alle quali non hai potuto nemmeno dire addio? Di lacrime che non si fermano e iniziano a scendere senza vergogna in metropolitana? Di genitori che ti mancano? Di nipoti che crescono senza i tuoi sorrisi? Di vita alla quale non appartieni piu'?

Quella fame che ti fa rialzare ogni mattina, sempre piu' stanca, piena di paure, piena di dolore, piena di angoscia. Eppure in piedi. A testa alta.

Quella fame che ti fa fare il passo dopo. E sorridere. E chiedere aiuto, E appoggiarti ad una spalla per piangere. E correre. E tirare pugni. E respirare. E ricercarti. Ritrovarti. Riabbracciarti. Perdonarti. Coccolarti. Guarirti.

Quella fame che ti fa diventare ironica, sfrontata, strafottente, spudorata, una tigre. Eppure piena di immensa umanita'.

Quella fame che questa citta' ha sentito e aumentato e sfamato e poi aumentato ancora e sfamato ancora.

La fame.

Perche' se non la conosci, allora si, puoi dirmi che non ce l'ho fatta. Perche' non avevo le qualita'.

No. Non avevo le qualita' e non ce l'ho fatta. Non ad essere come te.

Io non avevo qualita'. Avevo ed ho, fame. Una fame disperata di vivere

Ed in quello ce l'ho fatta. E tu e tutti quelli come te, avete perso. E non lo capirete mai. Ed il bello e' che a noi vivi (e siamo in tanti) non ce ne importa nulla.