Wednesday, May 26, 2010

silenzio

Ci sono momenti in cui si lascia parlare il silenzio per quello che puo' dire e perche' sara' comunque meglio di cio' che queste dita stanche potrebbero digitare su un'altrettanto stanca tastiera.

Oggi le parole sono come pietre in un sacco vuoto e mi tengono attaccata al fondale senza nemmeno riuscire a respirare.Le parole vorrei fossero, silenziosamente, la mia voce ma anche il mio mestire, l'agire quotidiano che ti consente di vivere piu' o meno dignitosamente. Vorrei. Ma non e' cosi'. Le mie parole, in fondo, non sembrano interessare abbastanza da essere sulle pagine di un giornale una volta di piu'. Sempre una volta di meno. Ogni giorno di meno. Sarebbe meglio smettere di scrivere. Forse.

E lasciare spazio a chi su quotidiani patinati fa letteratua parlando di baldracche che si credono sante solo perche' hanno partorito o analizza film (con quello che c'e' da analizzare in Sex and the City) sbagliando persino i nomi dei protagonisti (e dopo sei serie e un altro film ci vuole dello stomaco e della sciatteria da record)

E' mezzanotte. Dopo una giornata da Cenerentola prima di avere la botta di culo, me ne vado a dormire. Sperando in una notte senza sogni. Che almeno mi riposo. E domani mi vado a guardare il film in cui AIDEN e non HAYDEN, rincontra la sua Carrie e fanculo tutti i radical chic con la puzza sotto al naso che si occupano di cio' che e' cultura con la CUL maiuscola.

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