Tuesday, March 6, 2012

love is a many splendor thing

E' la canzone di mia mamma e di mio papa', Gliel'ho vista ballare tante volte, guancia a guancia, con quella melodia che sembra diventare aria che sotto i piedi ti fa leggero.

Ho imparato a ballare fra le braccia di mio padre. E' ancora il mio ballerino preferito. Non manca volta che non vada a casa e che non ci ritroviamo a ballare nel ristretto spazio del soggiorno, scansando una sedia e evitando una poltrona.

Ho imparato a ballare prima ancora di imparare a capire come cadere e rialzarmi. Perche' ballare mi rende leggera, dal mio peso corporeo che vorrei meno significativo, dai miei pensieri, dalle mie tristezze e, a volte, persino da quelle felicita' che se diventano troppo pesanti rischiano di farti precipitare dal cielo.

Ballo spesso. Incurante dei vicini che potrebbero guardarmi dalle loro finestre, con occhi che potrebbero vedere solo un corpo cicciotto che si agita nello spazio. Ma ballo. E in quei momenti Dorothy mi guarda felice. Lei sa.

E ballo quando, come ora, i piedi mi fanno terribilmente male e le gambe sono pesanti e la musica mi sembra stonata. Comunque ballo. Perche' in momenti cosi' non so dove andare ma devo sentire che, quando lo capiro', potro' ancora muovermi. Perche' non  mi saro' mai fermata.


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