Saturday, October 21, 2017

Il viaggio






vivo a New York da dieci anni. Come chi mi segue da allora o poco dopo sa, sono arrivata qui da sola e senza nulla. Nessun cervello in fuga. Nessun talento in fuga. Una donna tradita dal proprio paese e che pensava di meritare la felicita'. Non sono venuta qui per fare la giornalista. Quello era lo strumento che mi consentiva di restare. L'obiettivo era riconnettermi con me stessa. Con la felicita che pensavo, sebbene fossi a pezzi, di meritare. Non conoscevo nessuno. Avevo solo Dorothy e non la ebbi nemmeno subito con me. In dieci anni ho visto tante persone arrivare qui dall'Italia, per lavoro: stanno tre, quattro anni e poi devono andar via. Io resto perché, di tante difficolta', almeno una non mi tocca: io sto qua perche' ho deciso io e mi spacco la vita ogni giorno, da sola, per restare. In questi anni ho compreso, pero', che spesso, molto spesso, spiegare che io non sono qui per fare la giornalista o per una carriera ma solo per continuare un percorso che mi ha restituito la vita, la dignita', e' difficile perche' questo e' uno dei casi in cui mi sembra, con i miei connazionali, di parlare lingue diverse. Io, tutto cio', sto provando davvero a scriverlo in un libro perche certi viaggi si affrontano con tanta solitudine. Ma poi, raccontarli, non perche la mia vita sia importante, ma il viaggio appunto, puo' avere un valore per chi in quella scelta sa riconoscersi. Io non giudico chi lavora al catasto (lo cito sempre perche mi fa sorridere la parola), a volte li invidio perche sanno sempre come pagheranno l'affitto; chi puo' permettersi di dedicarsi a un hobby (come il giornalismo) se non deve pagare i conti, a volte mi fa rabbia non poterlo fare; non giudico chi ha figli, tante mie amiche, con mia ammirazione hanno adottato da single, mentre io non ho mai voluto figli e non me ne sono mai pentita; ne' giudico chi nasce e muore nella stessa citta perche le radici a volte ti rendono forte come niente. Spesso, pero', dai miei connazionali, sono giudicata. Incompresa. E si rafforza in me la voglia di non farmi comprendere. Perche non si puo' spiegare il mondo che si ha dentro a chi non vuole vederlo. Anzi nemmeno voglio. Sarebbe sprecare la meraviglia di questo viaggio di cui molti mi chiedono la destinazione. Come se "me stessa" - in quanto persona migliore - non fosse abbastanza.

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