Oggi il cielo di New York e' di un azzurro che ti sembra non dover finire mai. Ti sembra quasi impossibile pensare che solo una settimana fa a quest'ora, nubi dense e vento in crescendo annunciavano l'arrivo di Sandy, un nome bello per una tragedia che di bello ha avuto ben poco.
Sandy non mi ha toccato personalmente, nel senso che non ho perso nulla, nemmeno la luce, nemmeno per un minuto. Ma mi ha attraversato con tutta la sua potenza mettendomi in disordine gli equilibri, spazzando via solidita', scoprendo il fianco alla debolezza. E ha toccato tanti amici. E tanti che non conosco ma che, come me, sono newyorchesi. Vicini di casa. Questa casa. Casa mia.
Sandy mi ha fatto vedere sotto una luce illuminata gli amici veri, quelli su cui puoi contare. E l'affetto di tanti. Il calore enorme che mi ha avvolto arrivando da dovunque. Forte.
E mi ha ricordato le solitudini. Quelle che trovi anche dietro l'angolo. Spesso in un angolo del tuo cuore.
Mi ha fatto apprezzare chi sa donare un abbraccio, un sorriso, una spalla su cui piangere, senza ragione. Chi sa dirti che c'e' anche per te, anche senza dire nulla. Con uno sguardo.
So di me di essere ottimista fino all'estremo. Tanto che questo a volte diventa un difetto oltre che un pregio. E ho sempre pensato che l'ottimismo sia contagioso. Sandy, pero', mi ha ricordato che l'ottimismo non e' contagioso ma CORAGGIOSO e, dunque, non per tutti.
Sono stanca ma ottimista. Dunque, coraggiosa. Non di un coraggio eroico. Ma di un coraggio umano, debole, fatto di ombre e di difficolta' un po' ispide. Un coraggio che attira coraggiosi e respinge chi e' incazzato con il mondo sempre e comunque. Il coraggio di chi sa che anche chi come me - e sorrido - sa ben essere commander in chief quasi sempre, a volte, ha solo bisogno di un abbraccio silenzioso
Sandy non mi ha toccato personalmente, nel senso che non ho perso nulla, nemmeno la luce, nemmeno per un minuto. Ma mi ha attraversato con tutta la sua potenza mettendomi in disordine gli equilibri, spazzando via solidita', scoprendo il fianco alla debolezza. E ha toccato tanti amici. E tanti che non conosco ma che, come me, sono newyorchesi. Vicini di casa. Questa casa. Casa mia.
Sandy mi ha fatto vedere sotto una luce illuminata gli amici veri, quelli su cui puoi contare. E l'affetto di tanti. Il calore enorme che mi ha avvolto arrivando da dovunque. Forte.
E mi ha ricordato le solitudini. Quelle che trovi anche dietro l'angolo. Spesso in un angolo del tuo cuore.
Mi ha fatto apprezzare chi sa donare un abbraccio, un sorriso, una spalla su cui piangere, senza ragione. Chi sa dirti che c'e' anche per te, anche senza dire nulla. Con uno sguardo.
So di me di essere ottimista fino all'estremo. Tanto che questo a volte diventa un difetto oltre che un pregio. E ho sempre pensato che l'ottimismo sia contagioso. Sandy, pero', mi ha ricordato che l'ottimismo non e' contagioso ma CORAGGIOSO e, dunque, non per tutti.
Sono stanca ma ottimista. Dunque, coraggiosa. Non di un coraggio eroico. Ma di un coraggio umano, debole, fatto di ombre e di difficolta' un po' ispide. Un coraggio che attira coraggiosi e respinge chi e' incazzato con il mondo sempre e comunque. Il coraggio di chi sa che anche chi come me - e sorrido - sa ben essere commander in chief quasi sempre, a volte, ha solo bisogno di un abbraccio silenzioso
1 comment:
La quiete dopo la tempesta. Rimane traccia del significato profondo della parola Amicizia e solidarietà.
Una "occasione" per guardarsi ulteriormente dentro e provare a capire meglio noi stessi. E scoprire che la vera ricchezza è donare. Donare noi stessi a chi ci tende una mano.
Leonardo
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