Sunday, February 26, 2012

D e le altre

Ieri sera, D ed io continuavamo ad abbracciarci fino a quando, inevitabili, le lacrime hanno fatto la loro comparsa. Siamo donne, in fondo, e ci commuoviamo senza tanta vergogna. E fa bene. Sono abbracci e lacrime che dicono cio' che le parole, appesantite da lingue diverse, dal frastuono della musica, dalla vicinanza di troppe persone, non avrebbero potuto dire. "Sii felice" ho detto a D. e lei mi ha detto "Tu hai lasciato la tua patria e i tuoi amici e ce l'hai fatta. Io vado solo sull'altra costa". Tu ce l'hai fatta. Non me lo dico mai. Sono sempre cosi' in ansia per la mia precarieta' che sentirmelo dire cosi, all'improvviso, e' come se mi scoprissi di nuovo ventenne e con un passaporto diverso. Fa bene al cuore. D mi ha detto che sono stata "un'ispirazione". E, nonostante il senso di profonda responsabilita' che da qcio' e' derivato, mi sono sentita lusingata e fiera di me. Come ciascuno di noi dovrebbe essere di se' stesso ma spesso ce lo dimentichiamo presi dal misurarci con canoni che non ci appartengono e ci fanno risultare anche dei perdenti o dei fallimenti. Per i canoni del mondo dal quale arrivo io sono una perdente. Per D sono un'ispirazione. Per me stessa sono finalmente una donna che crede in se' stessa. Ho detto a D che le devo tanto perche' anche grazie a lei sono ancora qui. Lei e' stata fra le prime ad adottarmi, affascinanta da quel mio essere un gatto randagio, arruffato, arrabbiato con il mondo e pieno di un indicibile dolore. E affamato (spesso) spaventato (sempre) e pronto a cacciare le unghie. Di me le piacque subito la liberta' e la ribellione e per quello mi offri' la sua famiglia a farmi da famiglia e un po' della sua vita a farmi da cuscino per tutte le cadute che mi attendevano dietro l'angolo. D e' mia sorella. E le sorelle, anche se si perdono per un po', poi si ritrovano perche' hanno bisogno delle loro inossidabili fragilita', quelle dalle quali traggono la loro stessa forza. D. mi ha detto "no, no tu ce l'hai fatta da sola". Me lo dice spesso anche la mia psicologa, un'altra donna alla quale devo la vita. Tutte mamme, dopo la mia, che mi hanno ri-partorito in questo mondo, con dolore e incantata attesa. Le donne. Mia dannazione e mia salvezza. Per questo poi amo gli uomini, perche' mi fanno riposare con la loro semplicita' ;) Quando sono andata via l'ho fatto in silenzio. Non ci sono state feste di saluto. Pochi abbracci. Solo quelli della carne. E di qualche Giuda sempre pronto a guadagnare trenta denari da una personalissima tragedia umana. O che perlomeno mi appariva tale. Non ho fatto saluti. Ne' brindisi. Solo le mie amiche di sempre, Lina, Rosanna, Antonella e quel portafortuna messomi fra le mani che mi tremavano invisibilmente. E le mie zie e i mie zii. Pochi pilastri della mia vita che mi hanno tenuta in piedi dopo ogni scossa di terremoto. Se partissi oggi, farei una festa con tantissime persone. Quanti amori ho riscoperto, quanti amori ho trovato lungo la strada. Tanti da curarmi la rabbia fino a farla scomparire. Lasciandomi solo la paura, ma come atto di quotidiano coraggio. Forse faro' una festa uno di questi giorni, per la mia partenza, perche' ora sono davvero pronta a partire. Ora partirei non fuggirei, perche' ora so che sono degna e meritevole di felicita'. A mezzanotte e mezzo la metropolitana era affollata e io infastidita perche' ho dovuto aspettare BEN 5 minuti e stare in piedi. E poi ho sorriso di me stessa e di quanto sia facile abituarsi alla liberta'. Anche quella di andarsene in giro da sola di notte in metro sentendosi infastiditi perche' non c'e' un posto a sedere. Non rimpiango Napoli. Non mi manca l'Italia. Mi piace uscire e non aver paura. E mi piace sapere che 20 anni fa non era cosi'. La notte a NY era terrore. Ma ci sono luoghi nel mondo dove si crede che sia possibile cambiare e semplicemente lo si fa. Questo mi insegna New York, con la sua metropolitana affollata, ogni giorno. D. ed io abbiamo pianto perche' ci siamo trovate. Due sorelle. E insieme abbiamo fondato un gruppo di donne per le donne. D. e le altre mi hanno aiutata a guarire. Ed e' bello piangere allora. E' proprio bello.

2 comments:

Anonymous said...

Le tue parole penetrano nell'anima con la stessa facilità con cui una lama incandescente fende un panetto di burro. Sei una persona intensa e hai il dono di riuscire a trasmettere, attraverso le parole, interamente quello che senti e vivi. Le tue storie ed esperienze hanno il privilegio, per noi, di essere "gratuite" e opportunamente plasmate possono tornarci utili lungo il cammino. Il tuo racconto contiene tutti gli ingredienti per fare di una persona una grande persona. C'è la forza della famiglia, degli affetti, l'amore, il coraggio, insomma quelli che K. Follett chiama i pilastri della terra. Non smettere di essere, Angela.
Leonardo Sileo

Anonymous said...

Ti ho trovata per caso...tramite facebook....commenti ad amici in comune....ed approdo al tuo blog.....con questo meraviglioso post...ed in questo periodo, per me, cosi' confuso,buio...le tue parole "spaccano" le tenebre...come un raggio di luce che mi dà speranza.............grazie.

salvatore piccerillo