Ieri sera sono stata ad un incontro delle "Donne per Obama". Bello, emozionante e che mi ha ricordato ancora una volta la mia passione profonda per la politica.
Ma mi ha ricordato anche altre cose che provo, cosi', grossolanamente, nella fretta della mattina di una giornata troppo faticosa, da vivere per sopravvivere, ad elencare:
- mi ha ricordato che i democratici (a parte il PD ahahaha) hanno un carattere di globalita' che li contraddistingue: sono quelli che difendono, o dovrebbero, le istanze dei piu' deboli, dei piu' bisognosi e che lottano per garantire un mondo piu' dignitoso. Che poi, Obama, per farlo debba anche stringere la viscida mano di Wall Street fa parte dell'ineluttabilita' della politica in un sistema capitalista di cui gli Stati Uniti sono massima e piu' antica espressione (dove pero', in assoluto rispetto dei principi capitalisti, si riconoscono i meriti come base essenziale per lo sviluppo e la costruzione di maggiori ricchezze - in Italia si riconoscono le "connivenze" da perfetto paese mafioso quale, troppo spesso siamo)
- mi ha ricordato che le donne sono esseri umani splendidi e passionali. Perche' parlano del sale della vita e di quanto costi metterlo in tavola. Non fanno filosofia, comprano il latte. In Italia ho lavorato tanto con le donne fino a detestarle. Perche' non sono, troppo spesso, migliori degli uomini che, pero', io assolvo in quanto tali. Se li critico o cerco di reclamare il mio sacrosanto spazio in un mondo che loro hanno a lungo gestito ma che non puo' e non deve essere piu' esclusivamente loro, non posso imitarne, scimmiottarne anzi gli aspetti peggiori e piu' degradanti. Le donne con le quali ho lavorato e lottato, gomito a gomito, sono state le prime a voltarmi le spalle senza nemmeno chiedermi scusa. Senza nemmeno un gesto di dolore. Con disprezzo. Ricordo che il mio culmine lo raggiunsi quando una donna, che passa la sua vita a "difendere le donne" mi "redargui' " con una tiratina d'orecchie dicendomi che dovevo imparare "che tu non sei parte delle istituzioni ne' una persona di rilievo e per questo non puoi illuderti che un personaggio VIP, milionario, possa preferire parlare con te piuttosto con chi le istituzioni le rappresenta". Il personaggio vip era un calciatore e mi chiamava e mi chiama "caparossa". E siamo ancora amici. Un giorno il calciatore Vip, che quando sono partita per venire qui ha provato a distogliermi dalla mia decisione con piu' affetto di quanto ne abbiano mostrato tutte le donne delle istituzioni insieme, mi ha incontrato in aereo e mi ha detto "devi essere fiera di te stessa caparossa". Lo sono capitano. Lo sono.
- mi ha ricordato che sono in difficolta', acora una volta, perche' e' dura farcela quando i pagamenti non arrivano, il lavoro diminuisce (eppure lo faccio bene, lo so) e nessuno ti spiega nemmeno perche'. Ma ancora una volta trovero' dentro di me le risorse per saltare questo fosso. Ancora una volta. E la verita' e' che non sono nemmeno sola. C'e' New York a farmi da rete e tanti amici che non mi abbandonano mai. E amiche. Molte anche in Italia. Nessuna che abbia un ruolo istituzionale, se non nel mio cuore.
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