Monday, January 30, 2012

lettere d'amore

Detesto San Valentino ma detesto anche detestarlo perche' mi sa tanto di vecchia zitella inacidita. Che ovviamente non sono. Ovviamente. E chi lo afferma mente spudoratamente.

Stasera pero', chissa' perche', mi sono ricordata di quel San Valentino di tanti anni fa, quando vivevo a Napoli con un bel numero di coinquiline, tutte fidanzate. In quel particolare giorni scrissi, per ciascuna di loro, un biglietto pieno d'amore per le loro "anime gemelle". Ebbero tutti grande successo, o almeno a loro cosi' sembro'.

Scrivere d'amore e' cosi' facile quando non si tratta del tuo. Quando scrivi d'amore come se scrivessi dell'affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina: se ne sei incantata non possono che uscirti le parole giuste senza nemmeno pensarci.

Se devi scrivere del tuo di amore, invece, allora e' come doversi togliere la pelle di dosso, come dover fare la pipi' in pubblico, come risolvere un teorema matematico, come nuotare sott'acqua senza respiratore: doloroso, imbarazzante, complicato e, dopo un po', ti manca l'aria.

Forse perche' si parla d'amore quando fa male. Quando e' finito. O ci si accorge che non era neppure nato. Quando e' tradito. Quando e' fatto a pezzi.

Per questo non amo scrivere d'amore: perche' e' esercizio di bravura, se non e' il mio, oppure fa male tanto da farti dolere le ossa. Eppure lo appena fatto e non so neppure io perche'.

Forse solo perche' pensavo al rumorio perenne della mia casa da studentessa e per un momento, un solo momento, stasera mi e' mancato e mi sono mancate quelle lettere d'amore.

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