Monday, October 11, 2010

sono qui per l'amore

Seduta nel silenzio della mia mente, mentre i rumori d'intorno sfioriscono come una rosa appassita.
Poi quelle note... Imagine... John che canta la sua visione di un mondo di pace
Pace anche dentro di noi.

Guardo fuori dal vetro e vedo Harlem, il mio nuovo quartiere, cosi diverso eppure gia' cosi' caro e familiare alla mia pelle e al mio sguardo.

Ho un peso nel cuore. Qualcuno ha rubato un pezzo del mio sogno. No, anzi, qualcuno ci ha solo sputato sopra, senza riguardo.
Ma il sogno e' li'... intatto.

Sono a New York, dove volevo essere. E scrivo. Qui in questo spazio che nessuno mi puo' togliere o dare perche' e' mio e vostro che avete voglia e cuore di leggermi.

Quel coltello piantato nella schiena quasi non fa gia' piu' male. Dovrei imparare a guardarmi sempre le spalle. Ma che vita sarebbe, camminare con lo sguardo basso o rivolto indietro.

Chi mi ha ferito non mi ha mai guardato dritto in faccia. Negli occhi. Occhi che si affrontano come lame. Ci vuole coraggio. piu' facile affondare un coltello alle spalle mentre si e' distratti da una contingenza che si chiama vita.

Ma la lama, ben affondata, quasi non fa piu' male e non c'e' sangue. Camminero' cosi' per un po'. Con una lama nella schiena ma non meno viva. Non meno vitale.

Sguardo fiero. Occhi che si affrontano come lame: di quelle nobili in cui persino quella che cade a terra perdente, non e' mai veramente sconfitta.

Non capisco di coltelli che si affondano nella schiena. Non mi appartengono.

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