Lorenzo mi ha scritto per chiedermi se le cose andavano proprio cosi' male. Un amico vero sa che quando io sto zitta e' perche' sto male di brutto.
Questa volta, con un sorriso, liberandomi un po' dall'alone pseudo tragico in cui mi piace a volte avvolgermi, non si tratta di quello. Di mezzo c'e' (solo) un trasloco, l'ennesimo e una disavventura con Internet che, nella citta' piu' cablata al mondo, non ho e non avro' per un'altra settimana. Di mezzo ci sono stati scatoli, confusione e assenza di un minimo di tranquillita' per digitare qualcosa. Anzi di forza.
Ma sono qui.
Vi ascolto ;)
Dalla mia finestra guardo Harlem e mi piace. E' un nuovo inizio.
Per le scale, trasportando scatoli, come sempre, ho perso cose e persone e ne ho trovate altre. Quelle perse non le cito, perche' sono gia' dimenticate. Ma ho trovato le borse di Ikea che non trovavo da mesi, il mio piccolo Ipod shuffle, rossetti e trucchi vari sepolti da qualche parte, i ferri per la maglia, Andrea, il capitanomiocapitano che si e' fatto un mazzo tanto ad aiutarmi nel trasloco, il barettos otto casa, dal quale scrivo, dove mi sento gia' come fossi qui da sempre e dove gia' mi salutano come se la mia vita non fosse stata altrove che qui.
la mia vita non e' nulla di piu' semplice o difficile ora. E' ancora un progetto di un sogno e duro lavoro per portarlo avanti. A volte con sudore e lacrime. Spesso con sorrisi.
Io ci sono. Lo dico a me. lo dico a Lorenzo e a voi se puo' interessare.
Ci sono, e non mi arrendo
E sono ad Harlem, la mia nuova New York, la mia nuova casa, il mio nuovo rifugio.
1 comment:
Ci siamo e ti teniamo d'occhio!
Tra le pieghe delle tue parole ho capito che l'esistenza di ognuno di noi acquista più senso se accettiamo, finalmente e con coraggio l'idea di trasmutarsi da prosa perfetta in una sporca poesia!
Hasta la victoria!
;-)
Leonardo
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