Sunday, October 13, 2013

Adriana

Non so perche' oggi mi e' tornata in mente Adriana, mentre camminavo, su tacchi altissimi e vestita super chic lungo Columbus Avenue.

Potendo scegliere un posto per ricordarmi di Adriana, quello era il meno adatto.

Adriana era la mia proprietaria di casa a Napoli. La prima. Aveva una casa grande, con tante stanze e in ognuna ci metteva due ragazze. Eravamo dieci o undici piu' lei. Lei viveva per lo piu nella sua stanza e guardava la tv per ore. A volte si preparava e usciva. Spesso la sentivamo cantare.

Adriana faceva il mestiere piu' antico del mondo e in quella casa ho imparato le verita' basilari della mia vita. Anche se lo avrei scoperto molti anni dopo.

Adriana non ci permetteva di portare giovanotti a casa e nemmeno lei ne portava. Per questo un giorno ci fu grande agitazione in casa quando una delle ragazze, quella tutta casa e chiesa, con sempre la vestaglia sopra i vestiti e una spilla da balia che gliela chiudeva fino al collo, arrivo' trafelata in cucina e anuncio', con fare allamato "signora c'e' un uomo alla porta". Noi seguimmo Adriana incuriosite mentre si metteva uno scialle addosso e, con fare da baronessa, disse "signori' e fatelo salire" (la casa era a due piani). Quando quello arrivo' nel soggiorno eravamo tutte li eccitate di vedere "l'uomo". Era basso, magro e con un paio di baffetti anti sesso. Adriana arrivo, lo guardo' e gli disse "ue' cia' mario" - poi con viso disgustato e pieno di rimprovero si volto' a guardare la ragazza con la spilla da balia e le disse con un eloquente gesto della mano "e chist' era l'ommo?"

Un'altra volta avevo bisogno di un'iniezione e Adriana si offri' di farmela e mi chiese "signori', la facciamo alla francese?" - io arrossi' pensando chissa' che e lei mi spiego' che "alla francese" era a cavalcioni sulla sedia cosi il gluteo era rilassato e sentivo meno dolore. L'iniezione fu innocua a parte l'umiliazione di aver avuto come pubblico tutte le altre ragazze di casa, curiose di scoprire tutto su quella posizione.

Un giorno, in pieno inverno, ero in cucina a farmi un te'. Faceva un freddo cane in quelle case di Napoli e mi riscaldavo come potevo. Aspettavo il te' e ripetevo. Avevo un esame. Adriana usci' dal suo boudoir e mi disse 'Signuri' ma vuj che studiate a fa', vuje tenit nu' tesoro mmiez' e cosce".

Qualche volta a casa veniva Susy, amica di "lavoro" di Adriana. Susy era grassa e con delle tette che sembravano uscite direttamente da un film porno. Vestiva come una prostituta. E si truccava anche cosi. Era l'opposto di Adriana. Un giorno erano in cucina a farsi un caffe' e lei, con estrema offesa e malcelato dolore, raccontava di un cliente che l'aveva vista e non l'aveva voluta piu'. "Adria' - disse Susetta con le lacrime - perche' io poi ce l'ho detto che se voleva quelle secche doveva tenere un poratafogli tanto". Susy era simpatica e un giorno mi disse, vedendomi tutta imbabuccata "signuri' ma tenit' fridd? perche' io ncuoll sto bona ma sott' sto sempre caver"

Negli anni - queste pillole di saggezza sono diventate lezioni per me, tipo che l'apparenza inganna e che un paio di baffi non fanno un uomo; che nella vita e' importante provare posizioni e cose diverse anche se sono fuori dalla nostra comfort zone, perche' possono farci smettere di stare male o - anche - farci stare benissimo; che io sono tenutaria di un tesoro: non l'ho mai sprecato ne' per soldi ne' per potere e anzi l'ho reso piu' prezioso con la ricchezza della mia intelligenza, del mio cuore e della mia anima. Chi ha messo le "mani" su quel tesoro e' stato fortunato. Ma non sono stata mai bottino da derubare e di cui fare scempio. Il tesoro e' intatto e splende di pietre preziose. Se vuoi di piu' lo deve ottenere e solo allora puoi aspirare "a quelle secche", mai prima e mai gratis. La vita, la bellezza, la felicita' costano assai. Assai. E non tutti se le possono permettere.

Una notte, una  parte di noi ragazze resto' a dormire fuori. Io nello specifico dormi' in una vasca da bagno con un ragazzo alto alto. Non successe nulla. La cosa piu' eccitante fu che muovendosi urto' contro la fontana e quella si apri'. Quando tornammo a casa, Adriana ci disse che avevano chiamato i nostri genitori e lei aveva detto che stavamo ancora dormendo.

Ci salvo' il culo e non volle nemmeno un grazie. "Mo' andate a studia' pero' ", ci disse scacciandoci via come gallinelle.

Non e' vero che quello non era il posto giusto per ricordarmi di Adriana. Era giustissimo. Perche' se sono sopravvissuta qui lo devo un po' anche a lei, per avermi insegnato a "campare"

2 comments:

Anonymous said...

Napoli docet.
I ragazzi di un tempo non erano svegli come quelli di adesso... e quella vasca da bagno avrebbe potuto essere testimone di grandi cose...;-) Ivy

Anonymous said...

Tipico e chiarissimo esempio in cui la strada è Maestra di vita!
Alla fine di qualsiasi esperienza rimangono vivi i ricordi più belli e ringrazio di cuore te, cara Angela, di avere il privilegio di leggerli e sapere che tu li condividi con noi altri. Che ti vogliamo bene.

P.S.: peccato non poter sentire anche il suono della voce con cui quelle frasi in napoletano furono proferite...
Leonardo