Tuesday, July 10, 2012

Panchine

Oggi andro' e mi siedero' su una panchina, a guardare il fiume pensando sia mare. Il mio mare
Con quell'orizzonte che cancella ogni senso del limite. Ogni ricordo della fine

Oggi andro' e faro' un progetto di vita come se dovessi vivere per sempre.
Perche' odio la morte
E odio gli abiti fuori moda con i quali si presenta, appiccicandosi addosso come quello strato di adipe che ti fa schifo.
La morte fa piu' schifo ancora
Soprattutto quando ha mandato una nota a qualcuno che e' parte di te
con su scritto che sta per arrivare
che sara' sua ospite anche se non voluta
anche se mai l'hai invitata

Fa schifo quando ti toglie la vita mentre sei ancora vivo, con il ricordo delle cose che vorresti fare e l'impossibilita' di farle, con quell'ago che ti trafora il braccio e ti tiene legato all'esistere che pero' e' solo un letto.

Oggi andro' a sedermi su una panchina. Ricacciando le lacrime che non mi vinceranno
Perche' non piango in anticipo io

Oggi andro' a sedermi su una panchina, con il sole sul viso e il vento a scombinarmi i pensieri
e faro' un progetto di vita.
Di essere felice
Di respirare ogni respiro
Di concedermi ogni bacio
Di sciogliermi in ogni abbraccio
Di urlare ogni rabbia
Di sorridere con guance rosate
Di cantare con note stonate
Di amarmi e proteggermi
Di non lasciarti andare

1 comment:

Anonymous said...

E' molto complicato trovare le parole adatte per replicare al tuo pensiero quando la signora con la falce ha deciso di fare visita a una persona a noi vicina.
Personalmente non penso mai alla morte se non nei casi in cui persone a me vicine vengono strappate alla vita. Aumenta ulteriormente la consapevolezza di questa "affacciata di finestra", perché questo è la vita. E allora viviamo l'oggi.
Sentire l'odore di morte stronca, fiacca le forze e l'unica cosa che ci rimane da fare è quello di trarre il meglio da noi stessi anche in questa circostanza. Dopo che ella ha mostrato il suo volto, la sfida sarà vinta se andremo all'appuntamento con il nostro "abito" migliore.

Leonardo Sileo