Sono tornata
Con la malinconia che sottintende ogni saluto e quella vogli di lasciare i mille pezzi che compongono la mia anima, ciascuno a vivere in un posto diverso, con le diverse persone che amo. E, invece, bisogna metterli insieme quei mille piccoli pezzi e portarli da un lato all'altro dell'oceano come quelle scatolette di tonno che mi porto per ricordarmi casa.
Buffo. Il tonno non lo mangiavo quasi mai in Italia, ora se non ne ho qualche confezione in cucina mi sento persa.
Questa volta e' stata un po' piu' dura. Sara' l'eta'. Sara' che avevo ancora da sciogliere un po' di emozioni nascoste qui e li' per non farmi arrossire troppo e non ombrare la mia scorza da dura, sara' perche' non avevo mangiato abbastanza pomodori, abbracciato troppo mia madre e mio padre, respirato abbastanza il mare e essermi lasciata trafiggere gli occhi dall'azzuro.
Sara' per tutto e per niente ma i primi giorni mi sono isolata sulla terrazza di Giovanna, con Dorothy, stesa al sole a continuare a non pensare a niente. Sebbene quel niente avesse il peso di te che non ci sei piu', della casa da trovare, un altro trasloco, i soldi che mancano, il lavoro da trovare e il giornale che mi strapazza il cuore. E altri piccoli soliti fastidi.
Chissa' perche', pero', quando sono stesa al sole, con gli occhi socchiusi e quel caldo che mi abbraccia, anche il pensiero piu' faticoso diventa una piuma leggera sul mio cuore e mi sembra possibile affrontare tutto, vincere tutto.
Per qualche giorno ho aperto gli occhi desiderando con tutta me stessa di svegliarmi nella mia stanza e, scalza, camminare in cucina dove mamma mi aspettava per mettere su la caffettiera... e fare qualche chiacchiera, nel silenzio d'intorno.
Poi ieri, in un'ora troppo giovane anche per una citta' che non dorme mai, sono uscita nella rada pioggia del mattino e, Jo, il venditore di giornali all'angolo, che ogni mattina siede sulla sua sediolina, con il suo banchetto, dalle 6 alle 10 a vendere giornali, mi ha sorriso e mi ha detto "bentornata, com'e' stata la tua vacanza?" E ci siamo scambiati quel gesto dei "neri" con i due pugni chiusi che si incontrano.
E ho sentito di essere tornata a casa. Non meno ne' piu' casa di quell'altra. Solo un'altra casa. e all'improvviso mi e' sembrato di essere fortunata ad avere piu' di una casa in cui tornare, sapendo sempre che ci saranno braccia ad abbracciarti, sorrisi ad accoglierti e parole in lingue diverse ad intrecciarsi per dirti "bentornata", ovunque sia, ma bentornata in qualche luogo.
4 comments:
Fantastica veramente...sei davvero fortunata ad avere più di una casa in cui tornare...e con una lacrimuccia dall'emozione..ti auguro un buona fortuna per la ricerca della casa..
Un abbraccio, Veronica
Talvolta il segreto della felicità è in noi e nemmeno ce ne accorgiamo. Penso che tu l'abbia scovato.
Dacci delle dritte, please!!
:-))
P.S. molto bello lo sfondo del blog...
Leonardo
io vivo in NJ e cmq vivo lontano dall'Italia da 3 anni... io mi domando ancora quale e cosa sia casa per me...
complimenti per il blog e per gli articoli su "Il Fatto"
Edoardo
Boonton, NJ
Ciao Angela. Complimenti ancora per gli articoli sul Fatto e complimenti per il blog.. e grazie per il link. Continuerò a seguirti. Ciao!
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