Ieri sono andata verso il mare. Anzi verso l'oceano.
L'occasione non era di quelle felici perche ci incontravamo per ricordare e onorare la vita di qualcuno scomparso davvero troppo presto. E poi un giorno parlero' dell'importanza di questi momenti che qui si organizzano e che dovremmo fare anche noi, fuori dalle chiese o dai recinti della formalita'.
Nel luogo dove ci siamo incontrati per celebrare una vita (non la morte sia chiaro) era nata la storia d'amore fra la mia amica/sorella e suo marito, cinque anni fa. Mentre camminavo lungo il viale che portava al mare, sono andata indietro con la memoria a quella festa alla quale decisi di non andare all'ultimo minuto; a quel bel surfista che lei mi presento' due giorni dopo; a quell'amore forte che la convinse addirittura a lasciare New York che e' la sua pelle. E poi pochi mesi fa la malattia e lui che la lascia in soli sei mesi. Ingoiando le lacrime sono andata piu indietro.
A dieci anni prima. Quando incrociai il suo sguardo la prima volta. Ero sola e avevo paura. Odiavo questa citta' che pensavo di amare. Non conoscevo nessuno, non avevo soldi e ogni volta che uscivo pensavo che se fossi morta nessuno se ne sarebbe accorto per giorni. Lei vide tutto questo. E mi offri un drink. E una chiacchiera nel salottino del suo splendido ufficio con il lucernario che ti toglieva il limite del cielo. E le porte della sua famiglia si aprirono per darmi un abbraccio al primo Ringraziamento e alla prima vigilia di natale della mia vita che passavo senza la mia famiglia. Credo che quella serata, seduta a tavola con quindici persone, e bambini e confusione mi diede la forza di sopravvivere al giorno dopo: era Natale, la temperatura era meno 12 e io ero sola con Dorothy. Mangiai da sola e, chiusa in casa, piansi a lungo sentendomi morire piano piano.
Ieri sera, vicino al mare, ho ritrovato tutta la "mia" famiglia e ci sono state molte lacrime e molti sorrisi. Vecchi amici di quell'ufficio con il lucernario e la terrazza sull'Empire. E mentre mia "sorella" parlava per ricordare il suo amato M, io, senza nemmeno prendermi la cura di asciugare le lacrime, ho pensato che la vita e' una cosa meravigliosa. E che la mia, e' magica come tutte quelle dei sognatori.
Spesso mi chiedono cosa faccio o cosa faro da "grande". Io vivo a NY. Dove sono arrivata senza nulla se non con la mia determinazione a rinascere. Io vivo a NY e - dopo dieci anni - ho ricordi, legami, lacrime e abbracci che lungo la strada mi sono guadagnata. Io vivo a NY. E questo era il mio sogno: rinascere. E farlo nel posto piu difficile, piu complicato, piu caro, piu competitivo piu stancante, più dilaniante al mondo. E piu' spettacolare proprio per questo. E allora capisco anche chi mi deride, chi non mi sopporta, chi mi detesta. Non aver potuto mai dire "questo e' il mio sogno e DA SOLO lo sto realizzando" deve essere dura. E sorrido. E non perdono ma me ne fotto della loro bile. Scrivo invece per chi ha paura di sognare perche gli dicoo costantemente che bisogna avere i "piedi per terra". Non ho mai avuto i piedi cosi "per terra" come quando ho avuto finalmente il coraggio di sognare fino in fondo. Che mestiere fai angie? Io vivo a NY. E ne vado fiera. #sognatori
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