zie Elena cantava sempre. Non perche' fosse particolarmente intonata ma perche' era la sua reazione al peso del silenzio, quando il silenzio non e' leggero e accogliente, ma pesante e carico di dolore.
Allora lei cantava. E lo raccontava
Lei ha passato la vita a raccontare. Di quella sua vita in cui c'erano mille altre vite: Genova, i miei nonni, il fascismo, la fame, la povertà, le Cotoniere di Salerno, il buio che le faceva paura e che l'avvolgeva mentre da Cava, al mattino presto, si recava al lavoro, zio Arturo, l'amore suo, quel pazzo indomito mai domato e sempre amato come fossero due ragazzi attraversati dalla bellezza sfacciata dei vent'anni.
Lei raccontava di mio padre. Delle biglie con cui giocavano. Di quella volta che fecero indigestione di carrube. Conosco dolori di mio padre perché' li raccontava lei. Con la sua grazia. Con il suo sorriso. Con quella leggerezza che ci faceva apparire anche il ricordo più dolente, come qualcosa di bello, perché vissuto.
Lei era piccola ma forte. Lei era fragile nelle ossa ma non voleva mai essere aiutata. Lei faceva il gateau di patate più buono al mondo.
La sua casa era la nostra oasi di felicita'.
Non l'ho mai vista "vinta", nemmeno quando lo era in qualche parte remota perché la vita non e' mai facile per nessuno.
Lei mi scriveva biglietti che ora mi porto dietro sempre. Nel portafogli e rileggo e rileggo e rileggo.
Quando parti' mi scrisse "buon viaggio, piccola grande donna. Ti voglio sapere serena, pensa a me e lo sarai". Ed io la penso. Spesso.
Avrebbe amato New York. "Se incontri Robert De Niro dagli un bacio da parte mia e appena puoi mandami una cartolina". Lei e le sue mille cartoline conservate. Lei. Una vita trapuntata di gesti d'amore, parole d'amore, sorrisi d'amore e note d'amore.
"Quando ero a Fratte, zio Arturo disoccupato, Silvana malata, senza soldi, salivo in terrazza a stendere i panni, con la voglia di piangere e cantavo". Cantava Modugno e la sua Meraviglioso.
Ecco chi sono io. Ecco da dove vengo. Ecco perché, anche quando mi sembra di crollare, d'improvviso sento una mano accarezzarmi il viso e la sua voce che mi dice "piccola, mannaggia al demonio". E allora rido. E aspetto di incontrare Robert De Niro per dargli quel suo bacio. Perché lo merita. Lui.
Allora lei cantava. E lo raccontava
Lei ha passato la vita a raccontare. Di quella sua vita in cui c'erano mille altre vite: Genova, i miei nonni, il fascismo, la fame, la povertà, le Cotoniere di Salerno, il buio che le faceva paura e che l'avvolgeva mentre da Cava, al mattino presto, si recava al lavoro, zio Arturo, l'amore suo, quel pazzo indomito mai domato e sempre amato come fossero due ragazzi attraversati dalla bellezza sfacciata dei vent'anni.
Lei raccontava di mio padre. Delle biglie con cui giocavano. Di quella volta che fecero indigestione di carrube. Conosco dolori di mio padre perché' li raccontava lei. Con la sua grazia. Con il suo sorriso. Con quella leggerezza che ci faceva apparire anche il ricordo più dolente, come qualcosa di bello, perché vissuto.
Lei era piccola ma forte. Lei era fragile nelle ossa ma non voleva mai essere aiutata. Lei faceva il gateau di patate più buono al mondo.
La sua casa era la nostra oasi di felicita'.
Non l'ho mai vista "vinta", nemmeno quando lo era in qualche parte remota perché la vita non e' mai facile per nessuno.
Lei mi scriveva biglietti che ora mi porto dietro sempre. Nel portafogli e rileggo e rileggo e rileggo.
Quando parti' mi scrisse "buon viaggio, piccola grande donna. Ti voglio sapere serena, pensa a me e lo sarai". Ed io la penso. Spesso.
Avrebbe amato New York. "Se incontri Robert De Niro dagli un bacio da parte mia e appena puoi mandami una cartolina". Lei e le sue mille cartoline conservate. Lei. Una vita trapuntata di gesti d'amore, parole d'amore, sorrisi d'amore e note d'amore.
"Quando ero a Fratte, zio Arturo disoccupato, Silvana malata, senza soldi, salivo in terrazza a stendere i panni, con la voglia di piangere e cantavo". Cantava Modugno e la sua Meraviglioso.
Ecco chi sono io. Ecco da dove vengo. Ecco perché, anche quando mi sembra di crollare, d'improvviso sento una mano accarezzarmi il viso e la sua voce che mi dice "piccola, mannaggia al demonio". E allora rido. E aspetto di incontrare Robert De Niro per dargli quel suo bacio. Perché lo merita. Lui.
1 comment:
Ci sono persone che con la loro discreta presenza hanno marchiato indelebilmente la nostra vita.
Talvolta si comprende la grandezza nella sua interezza quando è irrimediabilmente tardi per poterne godere appieno il messaggio. La sofferenza forgia le persone e le rende adulte, ma delle volte è così forte che ci manca il respiro. E cresciamo.
Leonardo
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