Oggi respiro.
Prendo una pausa da tutto e respiro. Non sento più nemmeno la polvere delle macerie soffocarmi come negli ultimi giorni.
Respiro e guardo il cielo azzurro dalla finestra della mia stanza che da' sull'infinito. Il letto e' sfatto, da 4 giorni, segno del turbine che ha avvolto la mia vita disorientandomi: non rifaccio il letto dopo aver lavato le lenzuola che sono li piegate, in attesa di essere aperte per accogliere la stanchezza delle mie notti.
Respiro. Perche' il cuore, malato, ma stabile di Dorothy, e' la notizia più bella degli ultimi sei mesi. La più attesa.
Respiro. Perche' ora ricordo bene e distintamente le parole della mia amica Fausta che mi diceva "nell'economia di una vita, tutto questo e' niente". E la mia vita e' così anti economica. Così sprecona di energie, passioni, entusiasmi, amore e sofferenza. Quando morirò, spero molto in la, avrò vissuto così tanto da non sapere neppure più chi sono o sono stata.
Respiro e archivio la ruota della bicicletta che mi e' stata rubata per farmi uno sfregio. Da chi una propria vita felice proprio non riesce ad averla. Deve rubare la mia. Io non ho più' una bici perché' non posso permettermi di ripagare la ruota, ma sorrido. Non ti ho mai vista sorridere.
Respiro e ti vedo guarita. E non sara' domani. Ma sara' presto. Giusto il tempo per conservare i soldi per un biglietto aereo. Per esserci da vicino oltre che da lontano.
Respiro e i conti delle mie tre carte di credito non mi spaventano. Onorero' i miei debiti come sempre.
Respiro e l'assegno con l'affitto e' pronto e firmato e mi avanzano 100$ invece di 65$. Respiro ancora più profondamente.
Respiro e apro una mail che mi dice che il mega store di elettronica mi ha mandato un regalo per il mio compleanno. Perché io sto per nascere. Anzi sono nata e morta mille volte e mille volte ho pianto rinascendo. Pianto e urlato il dolore. Prima di respirare e sapere bene distintamente, dentro di me, che sono qui per vincere. Vincere contro le paure. Decollare con il vento contrario.
Respiro e trovo qui e la' improvvisi successi professionali, che mi piovono addosso a sorpresa. Come se ci si potesse sorprendere di un risultato che arriva dopo aver lavorato senza riposo. Ma lo stupore e' meraviglioso. E' la mia parte più bella di bambina. Quella che mi fa vincere.
Respiro. E finalmente scorro quelle tue parole che mi dicono "mi piaci". Una piccola musica in lontananza che e' come oasi in un deserto. Oasi ancora lontana ma a portata di cuore.
Respiro e respiro ancora. Assaporando questo silenzio e questa pace. Senza nemmeno guardarmi indietro. Guardando avanti, attraverso quello squarcio fra i palazzi che corre veloce fino al fiume e oltre, fino al New Jersey.
Sono venuta a New York perche' mi sentivo come morta. Non morirò certo adesso per troppa vita.
E percio', respiro.
Prendo una pausa da tutto e respiro. Non sento più nemmeno la polvere delle macerie soffocarmi come negli ultimi giorni.
Respiro e guardo il cielo azzurro dalla finestra della mia stanza che da' sull'infinito. Il letto e' sfatto, da 4 giorni, segno del turbine che ha avvolto la mia vita disorientandomi: non rifaccio il letto dopo aver lavato le lenzuola che sono li piegate, in attesa di essere aperte per accogliere la stanchezza delle mie notti.
Respiro. Perche' il cuore, malato, ma stabile di Dorothy, e' la notizia più bella degli ultimi sei mesi. La più attesa.
Respiro. Perche' ora ricordo bene e distintamente le parole della mia amica Fausta che mi diceva "nell'economia di una vita, tutto questo e' niente". E la mia vita e' così anti economica. Così sprecona di energie, passioni, entusiasmi, amore e sofferenza. Quando morirò, spero molto in la, avrò vissuto così tanto da non sapere neppure più chi sono o sono stata.
Respiro e archivio la ruota della bicicletta che mi e' stata rubata per farmi uno sfregio. Da chi una propria vita felice proprio non riesce ad averla. Deve rubare la mia. Io non ho più' una bici perché' non posso permettermi di ripagare la ruota, ma sorrido. Non ti ho mai vista sorridere.
Respiro e ti vedo guarita. E non sara' domani. Ma sara' presto. Giusto il tempo per conservare i soldi per un biglietto aereo. Per esserci da vicino oltre che da lontano.
Respiro e i conti delle mie tre carte di credito non mi spaventano. Onorero' i miei debiti come sempre.
Respiro e l'assegno con l'affitto e' pronto e firmato e mi avanzano 100$ invece di 65$. Respiro ancora più profondamente.
Respiro e apro una mail che mi dice che il mega store di elettronica mi ha mandato un regalo per il mio compleanno. Perché io sto per nascere. Anzi sono nata e morta mille volte e mille volte ho pianto rinascendo. Pianto e urlato il dolore. Prima di respirare e sapere bene distintamente, dentro di me, che sono qui per vincere. Vincere contro le paure. Decollare con il vento contrario.
Respiro e trovo qui e la' improvvisi successi professionali, che mi piovono addosso a sorpresa. Come se ci si potesse sorprendere di un risultato che arriva dopo aver lavorato senza riposo. Ma lo stupore e' meraviglioso. E' la mia parte più bella di bambina. Quella che mi fa vincere.
Respiro. E finalmente scorro quelle tue parole che mi dicono "mi piaci". Una piccola musica in lontananza che e' come oasi in un deserto. Oasi ancora lontana ma a portata di cuore.
Respiro e respiro ancora. Assaporando questo silenzio e questa pace. Senza nemmeno guardarmi indietro. Guardando avanti, attraverso quello squarcio fra i palazzi che corre veloce fino al fiume e oltre, fino al New Jersey.
Sono venuta a New York perche' mi sentivo come morta. Non morirò certo adesso per troppa vita.
E percio', respiro.