E la guardo mentre distesa sul pavimento dorme placida. Il suo miglior sonno e' quello del primo mattino, quando io mi alzo e accendo la radio, a bassa voce per non svegliare il vicinato e siamo ancora nella penombra con solo l'albero di Natale illuminato. Quello e' il suo miglior sonno. A volte tanto profondo da farla sognare. E allora muove le zampe come se corresse, chissa' in quale parco, chissa' con quale compagno di giochi.
Da quasi nove anni lei e' la mia amica inseparabile. La parte di me che non ha bisogno di giustifiche, spiegazioni, scuse, parole superflue. Lei mi guarda con i suoi occhi dolci e se io sono pronta a ricambiare lo sguardo, per lei e' abbastanza.
Dorothy ed io. Come Jack Lemmon e Walter Matthau, Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto o le sorelle Kessler. Pensi a una e chiedi dell'altra. Persino i miei lettori la conoscono. Quando vado in banca mi chiedono di lei. Quando chiamo i miei genitori mi chiedono di lei. Quando si tratta di me, si tratta di lei. Perche' ogni volta che io ero sopraffatta dal dolore, lei c'era. Ogni volta che ho paura, lei c'e'. Quando la mia felicita' e' tanto forte da far rumore, lei c'e'. Quando ho pochi soldi lei c'e'. Quando ingrasso, o dimagrisco, o mi trucco o urlo, piango, rido, dormo, leggo o scrivo. Lei c'e'. E mi ama incondizionatamente senza chiedermi di cambiare, riflettere, migliorarmi, adeguarmi, cambiare o essere niente di diverso dal mio odore che e' la sua casa.
A parte i miei genitori e la mia famiglia, lei viene prima di tutto per me. Prima di me stessa, se serve, perche' per lei vengo prima di lei stessa.
Per questo oggi non potevo partire e lasciarla senza sapere se sarebbe stata accudita adeguatamente. Per questo non potevo mettere quel desiderio inesprimibile che avevo di essere con la mia famiglia per Natale al di sopra del suo stare al sicuro. Per questo, io sono qui con lei.
Io amo il Natale e trovo sinceramente insopportabile il cinismo stantio di chi lo detesta. Per me Natale e' un tesoro di ricordi di felicita'. Di me che mi svegliavo al mattino nel letto con le mie cugine, in una casa dove si viveva improvvisamente in 8 invece che 4. Il pandoro nel latte, i regali, sempre piccoli, sempre di "tempi di crisi" ma regali. Ricordo in particolare una bambola, che ancora conservo, che amai fino ad impazzire di felicita: con il suo vestitino rosa e i capelli biondi. E zia Elena che raccontava le sue storie e di un'infanzia fra la guerra e la poverta', con mio padre costretto a stare in collegio e lei a svegliarsi che era ancora notte per andare al lavoro, con il freddo che odiava come me. Io amo questa stagione dell'anno in cui non si deve essere buoni ma almeno si puo' per un po' smettere di essere inutilmente cinici, sterilmente pessimisti, rabbiosamente incazzati.
Io amo questa stagione dell'anno perche' mi fa ricordare di quanto io sia stata fortunata a nascere dove sono nata, cresciuta come sono stata cresciuta e resa libera. Libera di non sentirmi costretta ad essere cinica e lamentarmi.
Mio fratello mi ha scritto di ricordarmi quello che metto sempre alla fine delle mie mail, "stay hungry, stay foolish". Ed e' quello che faro'.
Penso a tutti coloro che fastidiosamente si preparano ad "affrontare" l'orgia di cibo e regali, nel mezzo di familiari che gli stanno pure un po' sul cazzo e a lamentarsi di quanto detestano il Natale. E penso a me, che ero furiosa quando mi hanno detto che Babbo Natale e la Befana non esistevano. Infatti, avevo ragione io. Esistono. Se solo sapessimo vederli. Se solo la smettessimo, per un momento, di pensare che essere adulti significhi essere annoiati, pessimisti e disfattisti. Se solo la smettessimo di pensare che un regalo da 6 euro valga meno di uno da 600 e che la vita e' troppo dura per essere felici. Per alcuni e' cosi. Per alcuni e' piu' dura di altri. Eppure bisognerebbe guardarsi intorno e riconoscere, per una volta, almeno una volta all'anno, cio' che di meraviglioso di cui ci e' stato fatto dono, non da esseri superiori, magari, ma da noi stessi, dalla nostra capacita' di costruire, di creare, di sperare e sognare.
Se chiudo gli occhi un attimo ora, sono felice. Perche' la felicita' non e' nell'appagamento totale, ma nell'avere un altro obiettivo, un altro traguardo, un altro sogno da sognare. E io ne ho da vendere, anzi da regalare visto che e' Natale.
Dorothy dorme serena. Ora sa che anche io sono di nuovo serena. E felice. Non per oggi, forse non per domani ma per questa vita che mi e' stata data e che, follemente, instancabilmente, voracemente amo.
1 comment:
cosa dire...
buon natale mia cara miss amstedam avenue...
ti ho trovata per caso
siamo diventati amici per caso
e per caso sei diventata gli occhi e le orecchie nostre in quel grande circo che è la tua città di adesso...
BRIGHT LIGHTS BIG CITY !
buon natale, miss... e fai la brava
(e saluta anche miss dorothy!)
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