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Friday, May 14, 2010

Jack 99

Quando pensi a Manhattan, l'idea che possa esistere un posto dove puoi comprare tutto (o quasi) a 99cents ti sembra inverosimile. Jack 99 e' uno dei posti dove "ogni dollaro conta", come sottolinea ovviamente la pubblicita'. Simile a quelli "tutto a 1 euro" che esistono in Italia, con l'unica differenza che, trattandosi degli United States of America, dove "piccolo" e' un'entita' quasi mai presa in considerazione, lo store e' gigantesco e quando ci entri ti vengono le vertigini, come sempre.
Ricordo che appena arrivata qui, per una settimana non sono riuscita a fare la spesa, nutrendomi di patatine perche' ero assolutamente incapace di rintracciare un qualsiasi prodotto, a parte le patatine (forse perche' posizionate alla mia altezza - o bassezza come sta pensando mio fratello)in quel marasma di confezioni gigantese in cui il mio sguardo naufragava con molta meno gioia (e soddisfazione poetica) di quello del buon Giacomo seduto sul suo "ermo colle". Nel bombardamento di sentimenti che fecero del mio cuore una Vietnam del 2000, nel 2007, l'assenza forzata di cibo era una delle mie consolazioni perche' abbinata all'idea che sarei dimagrita. (si lo so.... le patatine!!!!!!!!!!!)
Ma quella e' un'altra storia e ci torneremo.... of course.
Insomma, ieri, sono tornata da Jack 99. La prima volta era successo quando la rivista Espansione mi aveva incaricato di scrivere un pezzo (da Pulitzer) sui negozi "tutto a 1 dollaro". L'entusiasmo giovanilistico di chi dopo tanto digiuno puo' tornare a scrivere per un giornale che ha anche la bonta' di retribuire i suoi collaboratori, resero il gigantesco Jack assolutamente irresistibile ai miei occhi. Amai ogni scaffare, accarezzai quei prodotti che dicevano "prendimi, prendimi", mi feci una lista di tutto cio' che avrei comprato con 20 dollari e quando, dopo aver pagato (no il capo al giornale non mi aveva chiesto di comprare ma io mi "immedesimo" molto nei miei ruoli, come Bob "c'eraunavoltainamerica" De Niro) usci' fuori con il magone tipico di chi torna a casa dopo una vacanza e sente il cuore pesante di malinconia.
Quando la mia amica Delia, dunque, mi ha chiesto se potevo farle delle commissioni da Jack, ho detto subito di si. Ho controllato i capelli, il viso, la borsa e ho pensato che i miei stivali per la pioggia giallo canarino fossero fighissimi per un posto cosi' trendy. Ovviamente, come sempre in primavera a New York, pioveva.
Va anche detto, che il mio umore faceva concorrenza a quello di Scajola quando si e' accorto che qualche birichino gli aveva comprato una casa, con la differenza che il mio malumore era relativo al fatto che non riuscivo a trovare nessun simile biricchino che questo mese si candidasse a pagare il mio affitto.
Ma Jack mia vrebbe ridato il sorriso. Ne ero sicura.
Ho attraversato a passo deciso la prima meta' del primo piano, con cestino al braccio portato con la stessa classe con cui porterei una Kelly di Hermes, e ho cominciato a cercare cio' che mi serviva. D'improvviso, mi sono gurdata in giro e ho visto una signora che contava e ricontava i suoi dollari e ad ogni conteggio toglieva un prodotto dal cestino. Il mio cuore e' caduto nel mio piede sinistro fracassandosi in mille pezzi e i miei occhi si sono riempiti di lacrime. Dio mio, come ho odiato Jack e i suoi stupidi 99 centesimi, troppi per chi deve sopravvivere con i buoni acquisto del governo. Ho alzato lo sguardo e mi sono resa conto che tutta quella "poverta' " intorno mi stava soffocando e ho mollato il cestino e sono uscita fuori, sotto la pioggia, riparandomi sotto il mio meraviglioso ombrello da 15$
Jack e' meraviglioso quando i 99centesimi non sono una scelta obbligata che a volte non ti puoi nemmeno permettere. Quando tutta la tua vita e' li, 99centesimi sono quel dollaro che ti ricorda che tutto fa schifo.
Ho camminato speditamente per due blocchi, in cerca di un'oasi. E l'ho trovata. So che nella vita, se cerchi un'oasi la trovi sempre. Devi solo resistere e continuare a cercare.
La mia oasi mi si e' materializzata davanti con quelle bellissime lettere: MACY'S; the largest store in the world. Sono entrata quasi come chi sta morendo di sete... una spinta qui una li.... passi veloci.... reparto scarpe.... veloce Angie... se no le lacrime scendono e ti vengono le rughe.... veloce.... eccole.... tutte le scarpe piu' belle del mondo....
Ho provato Jimmy Choo, Cristian Laboutin, Ferragamo, Prada e lui.... Manolo. Per venti minuti ho dimenticato ogni tristezza. Poi ho detto alla commessa che "si sono tutte belle ma cercavo un altro colore"... e sono uscita.
Pioveva meno... stavo meglio... quando sei triste e ti senti che la vita non ti obbedisce, non vai da Jack ma vai da Macy's e sogni e ti ripeti che finche' hai un respiro tu ti farai un mazzo tanto perche' prima o poi quelle scarpine, come se fossi Cenerentola, saranno ai tuoi piedi...
E prima di tornae a casa, sono entrata in una cioccolateria, una di quelle che sono cosi' belle da farti credere che la cioccolata non ingrassi e che quando esci di li' somigli a Julia Roberts. Ho preso la prima cosa che ho trovato (abbastanza piccola da potermela permettere) e quando la cassiera mi ha detto il prezzo l'avrei baciata.
Alla faccia di Jack. La mia felicita' ieri e' costata solo 65 centesimi.

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