Gli americani ce l'hanno nella Costituzione: il diritto alla Felicita'.
Noi no.
Noi abbiamo il lavoro. La prima promessa infranta. Il primo, fondamentale diritto negato.
Per questo ti dico, senza indugio e senza rabbia ma con passione.
Vai via. Hai diritto a cercare la tua felicita'. Tutti ne abbiamo diritto, per nascita e non per rango o per casta. Per nascita. Per essere venuti al mondo un giorno piangendo per il dolore di essere usciti da quel luogo caldo e protetto che era il ventre materno. Terrorizzati ma vivi.
In quel momento abbiamo acquisito diritto alla felicita'. Solo per il fatto di avuto il coraggio di essere venuti al mondo.
E allora vai via. Lascia l'Italia e non voltarti indietro.
Non avere malinconie. Non sentimenti di colpa. Non dubbi.
Vai via perche' hai diritto ad essere felice e questo diritto, 8 volte su dieci l'Italia te lo neghera' perche' e' un paese che non e' arrivato nemmeno al capolinea: sta ancora fermo a decidere quale strada prendere.
Vai via. Non essere tentato/a dall'illusione di cambiarlo, questo paese. Molti hanno fallito prima di te. E non per loro colpa. Non per mancanza di qualita'. Non si possono curare malattie incurabili finche' non si trova un vaccino. E noi non lo abbiamo trovato.
Vai via. Non farti prendere dal senso di colpa alimentato da chi ti dice "se hai le palle rimboccati le maniche". Tu le palle ce le hai e per questo hai diritto alla felicita'. Il paese le palle te le stritola fino a lasciarti senza respiro. E' una battaglia impari e tu non sei nato soldato. Sei nato essere umano e in quanto tale hai diritto alla felicita'.
Vai via. Non farti imprigionare dai tramonti, dai vicoli stretti, dall'odore della pizza, da quello del risotto o del parmigiano. Ci sono tramonti e vicoli stretti ovunque nel mondo. Anche piu' belli. Per non parlare del cibo. Ne conoscerai anche di nuovo e ti piacera'.
Vai via. Non avere nostalgia della famiglia. Scegli una distanza con voli low cost e torna spesso a visitare i tuoi e poi vai via di nuovo.
Vai via. Non voltarti indietro perche' indietro non c'e' nulla. Tutto il buono di questo paese ce lo hai dentro e quando lo porterai fuori lo vedrai sbocciare e fiorire come non potevi nemmeno immaginare. E potrai sentirti, finalmente, di tanto in tanto, fiero delle tue origini.
Vai via. Non ascoltare chi ti dice che se vali riuscirai a trovare il tuo spazio. Non e' cosi. Il numero e' troppo ristretto e non vale la pena sprecare una vita per vedere se tocca a te.
Vai via. Volta le spalle ad una patria matrigna. Lasciala agli anziani che sono ormai usi alla malinconia e alla tristezza e che comunque la vita l'hanno vissuta. Loro soffrirebbero di piu' a vederti morire, giorno dopo giorno. Settimana dopo settimana.
Vai via. Lascia che a portare avanti la carretta, quella che tu oggi porti avanti con il tuo lavoro precario, sotto pagato, senza garanzie, senza domani, senza futuro, siano gli altri: quelli che hanno un lavoro e hanno tutto il diritto a tenerselo e quelli "figli di, amici di, parenti di" che saranno per sempre una vergogna troppo profonda da sopportare.
Vai via. Non pensare a quanto sara' difficile. Lo e'. Restare, pero', e' uno spreco e un giorno ti renderesti conto che la vita e' passata e non bastera' tramonto, cibo, amico, panorama a consolarti per il rimorso di non aver cercato la tua felicita'.
Vai via. Perche' sei un meraviglioso essere umano e in quanto tale non meriti una vita post datata, non retribuita, senza sogni e senza aspirazioni.
Vai via. Perche' la felicita' esiste e ti stanno convincendo che non e' cosi.
Vai via. Te lo dico in punta di cuore. Maledicendo di aver atteso troppo io stessa per farlo. Maledicendo di aver voluto credere che potevo cambiarlo questo paese. Che potevo renderlo migliore. Palle. Non si puo'. La battaglia e' persa e chi ti dice il contrario mente. E non ha un lavoro precario, non ha una vita a giorni alterni, non ha un futuro invisibile.
Vai via. Non pensare che te lo dico per rabbia. Te lo dico perche' ti guardo e ti vorrei abbracciare per abbracciare me stessa. Te lo dico perche' io ti sento. Sento il tuo dolore, la tua frustrazione, la tua desolazione. Perche' leggo le parole che mi scrivi. Ascolto i racconti che mi fai. E vorrei urlare contro questo paese che e' una trappola per topi. E noi siamo, invece, meravigliosi esseri umani.
Vai via. La felicita' esiste. Non voltarti indietro. Lasciati essere felice.
Vai via. Ascolta questa mia preghiera. E vai via.
Trovo molto complesso scrivere due parole su questo post. Un post controverso dettato dalla tua esperienza. Mi spaventa la completa assenza di speranza....che paese abbiamo ricevuto e stiamo lasciando ai nostri figli? Non c'è completamente rimedio? Io stesso covo il sogno di andare un giorno nel cantone appena oltre frontiera e diventare cittadino straniero in una terra civile. Ma non esiste davvero nessuna soluzione? Lo chiedo e me lo chiedo. Ad osservare da quello che accade concorderei con te. Però....
ReplyDeleteLeonardo