Il primo bacio fu quello che mi insegnasti tu, dietro il cancello di scuola, di pomeriggio. Mi insegnavi e io pensavo solo "che culo che uno bello come te voglia baciare proprio me". Fu il primo e il secondo e molti altri. I baci dei tredici anni che diventano sedici e tu sempre piu' bello e sempre piu' impossibile. Ma il primo bacio fu il tuo e fu come una cena cinque portate da ABC Kitchen. Il mio ristorante preferito.
Il bacio salato fu ogni bacio dato nel tempo estivo, che fu sempre tempo lungo e spensierato. Sale di bagni di giorno e bagni di notte, di luce di sole e luce di falo'. Baci di sale e di sole. Baci a tempo. Il tempo dell'estate che un acquazzone portava via e ci si salutava, con un bacio, dicendosi "ti scrivero' ogni giorno". Lettere che mai arrivarono, ma la cui assenza non cancella quel sapore di sole e di sale e di sabbia e di spensieratezza.
Il bacio mai dato fu quello che tu mi negasti. Te che per primo pensai di amare. Ma non pensando lo stesso, me lo negasti. E oggi, che siamo amici e che non penso di amare ma amo, te lo "rinfaccio" di continuo. Per ricordarti che c'e' sempre, se non ce ne fossero altre, una ragione per essere felici: perche' dobbiamo ancora baciarci.
Il bacio inaspettato fu quello di un'alba che era gia' quasi mattina in una Napoli bella da morirne, bella in maniera oltraggiosa perche' piena di speranze e di senso rivoluzionario. In una curva di Posillipo la macchina si fermo' per farmi scendere dopo una notte di lavoro elettorale, chiacchiere politiche, sigarette e cornetti caldi e, mentre stavo per darti un bacio sulla guancia, ti girasti, di proposito e mi prendesti le labbra. Arrossi' all'idea che gli altri se ne fossero accorti ma per fortuna mi ignoravano. Mi facesti l'occhiolino e io me ne andai. Ne seguirono altri ma molto molto dopo. E nessuno lo seppe mai.
L'ultimo bacio non fu un film ma quello fra di noi, il giorno che andai via da casa tua. Ci sentiamo dopo - mi dicesti e mi baciasti e sapevo che non ti avrei rivisto piu'. Ma non c'era altro da aggiungere. Niente da ribadire. Solo un amore immenso che non sapevamo gestire. Noi due, adulti senza sapere di esserlo ci salutammo come due bambini che si salutano dopo un pomeriggio di giochi qualsiasi. Quello prima di una separazione. Di tutti i baci che ci siamo dati, quello fu quello piu' pieno d'amore.
Il bacio piu' triste fu quello che diedi ai miei genitori sei anni fa. Fu pieno di lacrime e cose non dette. Pieno di dolore. Un dolore cupo e inconsolabile. Che non siamo riusciti ancora a consolare. Anche se ora, ogni volta, quei baci fanno un po' meno male. Sopravvivemmo a quello. Tutti gli altri sono come carezze su pelle indolenzita.
Il bacio romantico fu quello di una notte newyorchese piena di freddo e solitudine. Il primo inverno e quel freddo che non sai gestire. Proprio come la solitudine, la paura, la tristezza e lo sgomento. In quel bar capitammo vicini, conoscevi qualche parola di italiano, io molte di inglese. Il drink divento' una cena di ore durante la quale mai smettemmo di parlare. E poi uscimmo fuori, in una notte deserta e aveva iniziato a nevicare. La mia prima neve. Rimasi ferma come un bambino che incontra Babbo Natale a guardare quei fiocchi che mi ricoprivano e d'improvviso senti' la tua voce dirmi "ti telefono" - "Ok" dissi io. Non me ne accorsi ma in un attimo ero li', proprio come nel piu sdolcinato film americano, travolta da un bacio lunghissimo. Un solo bacio. Non ti ho piu' rivisto. A volte penso che sia stata questa citta' a baciarmi per dirmi di smetterla di soffrire. E ho ricambiato.
E poi c'e' il bacio di ieri che non e' ieri ma sembra ieri perche' vicino nel tempo. Vicino che lo senti ancora sulle labbra eppure gia' troppo lontano per non volerne un altro. Il bacio della bellezza. La tua. Che hai attraversato il deserto e potevi non farcela. E invece sei li, bella come non credevi nemmeno possibile, ma come quel bacio ti ricorda che sei e che sei sempre stata. Il bacio di ieri. Quello che rivorresti oggi e domani.
I baci. Che a parlarne non si puo' non essere "sdolcinati". Ma che a non volerlo essere, si resta con l'amaro in bocca. Quello che io non ho. Io ho baci che sono come nenie nelle notti di insonnia e vento sul viso in giornate d'estate. Sono neve e rughe. Sono orecchini persi e poi ritrovati che ricompongono il paio e ti danno un senso.
...quanti tipi di linguaggi esistono? Una miriade e quello dei baci è probabilmente il più potente: comunica ciò che le parole non riescono. Le labbra s'incollano proprio per permettere alla parola di passare di bocca in bocca senza disperdersi nell'aria.
ReplyDeleteChe bel post, Angela cara.
Non smettere di svelarti.
Un abbraccio.
Leonardo