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Sunday, March 3, 2013

C'era una volta.

C'era una volta una giovane donna piena di sogni e aspirazioni. Suo padre, un comunista figlio di comunisti, l'aveva cresciuta a pane e senso del dovere. "I comunisti - diceva - devono essere i migliori in quello che fanno". Le insegnava anche che doveva imparare ad esprimere la sua opinione, tenere la schiena dritta e lottare. Lottare sempre senza stanchezza per i suoi ideali.

Quella giovane donna studio', si laureo' con lode e inizio' la sua conquista del mondo. Il sogno era quello di fare la giornalista ma ogni volta che arrivava vicino a realizzarlo qualcuno le chiedeva "ma chi ti raccomanda"? In un caso poi, quando le sembrava proprio di aver toccato il cielo con un dito, le dissero anche "sai, per restare dove stai devi fare sesso con me". La ragazza ci mise 4 mesi per capire che era vero, prese 25 chili, fu minacciata e perse tutto cio' che pensava di aver costruito.

Pensava. Perche' di li a pochi anni avrebbe perso molto di piu'. Per aver detto altri no. Sempre no e ancora no.

Quando quella ragazza fece le valigie e se ne ando' via, con il dolore, la rabbia, la paura e nient'altro, aveva pero' guadagnato, per sempre, senza se e senza ma, il diritto alla sua liberta', e la liberta' assoluta di essere cio' che voleva.

Quella giovane donna un giorno ha disattivato il suo account di Facebook dopo aver avuto una colica, due settimane di insonnia e molte Plasil ingurgitate. Non ce la faceva piu'. Ma poi Chiara le ha detto "e io come faccio?" e tanti le hanno scritto. Amici. Tutto cio' che per lei conta. Amici che le fanno sentire il loro affetto e la loro stima sempre. Anche quando, come dice Alessandra Vignolo, fa volare i cestini perche' pensa di aver sempre ragione. Spesso lo pensa. Sbagliando ovviamente ma pronta a chiedere scusa.

Quella signorina dunque ha deciso di ritornare chiarendo qualche punto. Per se' stessa prima che per gli altri

1) la mia presenza sui social e' relativa a me come persona. Non alla "giornalista". La giornalista e' brava e fa cio' che deve quando deve. Cioe' quando scrive articoli. Rifiuto categoricamente questa idiozia che i giornalisti debbano essere giornalisti SEMPRE. Che noi facciamo la cacca diversamente da voi? No. La facciamo uguale e puzza uguale. E ci innamoriamo, odiamo, ci incazziamo, sbagliamo e facciamo cazzate come tutti. E a volte ci mettiamo pure le dita nel naso. Ma se siamo bravi scriviamo buoni articoli quando lavoriamo. E io penso di farlo piu' che dignitosamente. In piu', diciamolo, io non sono cio' che faccio. Quindi, sulle mie pagine scrivo cio' che mi pare senza necessita' di dovermi confermare bipartisan, senza opinioni o senza passioni. E se mi piace Obama, lo ripeto fino a quando mi pare. Tanto quella passione nei miei pezzi non si vede. Perche' sono brava. Punto. Quindi non ascoltero' piu' coloro che nel tentativo di farmi sentire una merda, pubblicamente e privatamente, mi ricordano che "sono una giornalista". Io qui e sui social sono Angela. E se non vi piaccio, la porta e' aperta.

2) io penso, anzi sono convinta, che Grillo sia un pericolo per il nostro paese e che molti dei suoi elettori (non tutti) siano come delle amebe che ripetono in maniera idiota cio' che lui dice. Lo penso e lo scrivo. Con amici che hanno votato per il Movimento, ma non rientrano nella categoria delle amebe e hanno capacita' di pensiero proprio, discutiamo, anche appassionatamente ma senza mai offenderci. Io continuo a stimarli e credo che loro stimino me. Se venite sulla mia pagina per insultarmi, vi blocco e vi cancello. Io non vengo nelle vostre. Se pensate che vi insulti, lasciatemene la facolta' visto che lo faccio a casa mia. Voi insultatemi a casa vostra. E, soprattutto, tenete fuori la mia famiglia perche' se no smetto di essere buona quale sono. In fondo siamo ancora in uno stato di diritto.

3) in sei anni in USA mi sono fatta due campagne elettorali per Obama. Ho discusso con tantissimi amici che non lo votavano. Non sono mai volati insulti. Questa per me e' democrazia e vivere civile. Chi non e' in grado di esserne all'altezza accetti di buon grado di essere chiamato populista, demagogo e antidemocratico un po' fascista. Non sono offese, solo dati di fatto.

4) combatto Silvio Berlusconi da quando voi grillini (non quelli giovanissimi) stavate in silenzio a votarlo o a godere dei privilegi che oggi la crisi vi ha tolto. Bene, non ho mai ricevuto tanti insulti e minacce come da voi.

5) concludo, per ora, ricordando a chi mi suggerisce "con fare mafioso" che stando all'estero e' meglio farmi gli affari miei, che anche se non avessi un passaporto italiano, quale ho, nessuno, e dico nessuno, potrebbe indicarmi la via dei miei pensieri. A differenza vostra, che avete bisogno sempre di un capo che vi indichi cosa pensare, dire o sentire, io lo faccio in liberta'. E non pretendo che voi capiate questo concetto.

A

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